Causa di forza maggiore. Riflessioni che tutti dovremmo fare sul Coronavirus

Come gli equilibri cambiano di fronte al pericolo

Causa di Forza Maggiore

Nel confronto con qualcosa di nettamente più grande, è la vera, intrinseca natura degli uomini a venir fuori, mentre le differenze sociali ed economiche che li distinguono risultano come vanificate. Vanificate unicamente di fronte al rischio di essere contagiati, che dipende in primo luogo dal comportamento di ognuno. Succede nello spazio di pochi secondi. Arriva un misterioso virus dal potere letale e tutti i pilastri che compongono il quotidiano e tengono in equilibrio le dinamiche del mondo perdono la loro stabilità.

Una questione di priorità

Quella scadenza imprescindibile di venerdì prossimo? Aspetterà. L’obbligo di andare in ufficio ogni mattina a meno di fare carte false per strappare un giorno di ferie? Svanito. Anzi, meglio che i dipendenti si tengano alla larga, per proteggere se stessi e gli altri. Il profitto, i risultati dell’azienda? Passati in secondo piano. Il valore delle azioni? Crollato. Così come le scuole, chiuse, e i loro programmi interrotti. Si potrà fare a meno di determinate conoscenze, ormai meno indispensabili di altro. D’altronde più niente, improvvisamente, sembra essere indispensabile, a parte l’idea di salvare se stessi e i propri cari dalla minaccia.

Insieme ai doveri, anche sfoghi e piaceri sono rimessi in discussione. Finiti gli aperitivi, l’allenamento in palestra, le domeniche allo stadio.

Milano - La Galleria Vittorio Emanuele II incredibilmente calma
Milano – La Galleria Vittorio Emanuele II incredibilmente calma

Mostre, concerti, incontri letterari, serate al cinema, pièces teatrali, rimandate a data da definirsi. Le città diventano fantasmi, per le loro strade, immacolate e silenziose, si distinguono le ombre di pochissimi avventurieri.

Una minaccia invisibile

A capo di tutto questo, un perfetto sconosciuto. Una presenza invisibile e quindi ancora più paurosa. Dove si nasconderà? Potrebbe essere ovunque. Nel corpo della ragazza che mi passa accanto per strada, del benzinaio che mi riempie il serbatoio della macchina, del segretario del Partito Democratico. Nessuno è escluso, privilegiato o vincente che sia. Niente più intelligenti o ignoranti, furbi o stupidi, ma tutti allo stesso modo possibili vittime.

E allora, meglio attenersi alle regole, per quanto assurde possano sembrare. A cominciare da un obbligo di distanza a cui non si è abituati. Soprattutto in paesi “caldi” come l’Italia, in cui la stretta di mano e i due baci di saluto finale sono alla base dei rapporti sociali. O in Francia, in cui con due baci ci si presenta. In Belgio, addirittura con 3. Ecco che baci e strette di mano diventano un rischio da evitare. Una misura che genera poi, inevitabilmente, sfiducia e incertezza, non risparmiando nessuno. Colleghi, fratelli, terapisti, migliori amici, commercianti, tassisti, anziani, adolescenti. Tutti potenziali detentori del male e per questo da tenere a un metro di distanza. Di chi posso fidarmi? Di chi no? Impossibile saperlo.

La vera natura dell’uomo svelata

Di fronte al pericolo, c’è una caratteristica che accomuna tutti, nessuno escluso. Come quando si sa che un ciclone sta per arrivare e tutti vanno via dalle proprie case e città a gran velocità. Si chiama istinto di sopravvivenza. Allo stesso tempo, è la vera natura di ognuno, il proprio modo di essere e di affrontare la vita, ad emergere.

C’è chi si lascia travolgere dal terrore, da un senso di morte imminente, amplificando la minaccia ben oltre le giuste misure. Come se stessimo andando incontro alla fine del mondo e non ci fosse possibilità di salvezza alcuna. Ossessionati dal minimo contatto, all’assalto dei supermercati, bombardandosi di notizie, meglio se tragiche e ricche di pathos. D’altronde ce ne sono in abbondanza.

C’è chi, per quanto scettico, temerario o giovane sia, decide seriamente di rispettare le precauzioni che gli sono state consigliate. Amici che si sentono per telefono, che trovano assurdo non potersi abbracciare, ma che non lo fanno lo stesso, in nome del bene che li unisce.

milano non si ferma
#milanononsiferma

Giovani che rinunciano al – comprensibilissimo – bisogno di uscire e divertirsi, rendendosi conto, tra l’altro, che è questo l’unico modo per poter tornare a farlo al più presto. O un po’ meno giovani, o già messi a rischio da una malattia. Cauti, saggi, pazienti, perché coscienti della propria maggiore vulnerabilità nei confronti del pericolo, quindi pronti a sacrificare qualsiasi contatto, spostamento o attività pur di non esporsi. Non stupisce, in questo senso, come la negata stretta di mano – per quanto piuttosto ironica – del Ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ad Angela Merkel durante un evento a Berlino sia stata perdonata e capita dall’opinione pubblica e dalla stessa cancelliera.

C’è invece l’incosciente/impaziente, quello che a stare a casa proprio non ce la fa, che se ne frega e va a farsi una birra insieme a tanti altri incoscienti, che scappa dalla quarantena o si mette su un treno per portare con sé il male da una zona dichiarata rossa alle altre parti del paese. Egoista, privo di rispetto per gli altri. E chi gioisce della città vuota, libera dalla calca e dai turisti, ne approfitta per fare lunghe passeggiate indisturbate, continua a mangiare cibo cinese disprezzando le superstizioni, non si lava le mani così spesso e prende in giro tutti gli altri che non fanno come lui. Sì, ma come reagirebbe, questa persona, in caso di contagio?

C’è poi il saccente/opinionista dei social, quello che scopiazza frasi lette in giro e incolpa persone o atteggiamenti a caso di aver provocato l’avvento di un virus che neanche gli esperti sono in grado di spiegare. Ad eccezione di chi parla di un complotto internazionale, probabilmente la categoria più fastidiosa. Una presenza ancora più insidiosa del virus, che bisogna rassegnarsi a sopportare. Perché al contrario del virus, l’opinionista dei social purtroppo non è destinato a estinguersi. Passata la minaccia, sposterà la sua attenzione sul soggetto più googlato del momento, in nome di un ego cui basta poco per nutrirsi.

E aspettando quello vero, un ottimo antidoto in tempi di virus e divano forzato sono ironia, buone letture e sana cultura. La gente ha più che mai bisogno di distrazione, di circondarsi di bellezza, per tenere sotto controllo l’ansia e il senso d’inesorabilità del momento.

Intanto, la primavera è in arrivo. Si legge che il calore potrebbe essere un importante nemico del virus. Meglio crederci, essere ottimisti, restando cauti e uniti nel buon senso e nel rispetto di tutti. L’uomo ha superato guerre e malattie virali dall’impatto ben maggiore e in tempi in cui le sue possibilità erano parecchio più ridotte di quelle di oggi. Riuscirà a vincere anche questa volta, è solo questione di tempo. Speriamo il minore possibile.

Presto si tornerà alla normalità, gli audaci torneranno ad essere audaci, i vigliacchi vigliacchi. Questo male ci avrà però anche dato una bella lezione, quella di mostrarci nella nostra più naturale essenza.