Addio a Vialli, campione nel calcio e nella vita

Gianluca Vialli si è spento a 58 anni a Londra, nella clinica dove era ricoverato per l’aggravarsi del tumore al pancreas contro cui da tempo lottava

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Non ce l’ha fatta Gianluca Vialli, non gli è riuscito l’ultimo dribbling, quello all’avversario più ostico, insidioso e cattivo, il tumore al pancreas che l’aveva colpito nel 2017 e che lui aveva affrontato con grande dignità e coraggio. Quel coraggio che l’aveva sempre contraddistinto anche in campo, insieme alla potenza e completezza di gioco, in tutte le squadre nelle quali aveva giocato, dalla Cremonese degli esordi e dello storico approdo in serie A, alla Sampdoria di un altrettanto storico e forse irripetibile scudetto, alla Champions con la Juve, alle notti magiche e al quasi titolo mondiale con la Nazionale nel 1990.

Vialli incontra Mancini, nascono i “gemelli del gol”

Aveva giocato e allenato anche in Inghilterra, nel Chelsea. Ma è nella Sampdoria (con il tricolore, nel 1991) e poi in Nazionale, che aveva trovato il suo gemello Mancini, l’altro “enfant prodige” di una coppia capace di fare sfracelli sull’erba dei campi da gioco ma anche spostandosi ai bordi del campo, nel ruolo di Commissario tecnico l’uno, Mancini, e in quello di capo delegazione della spedizione azzurra l’altro, Vialli. E con questi ruoli avevano portato la Nazionale italiana alla vittoria di Euro 2020, riportando in Italia un titolo europeo che mancava da oltre 50 anni.

Quell’abbraccio rimasto nella memoria di tutti

E l’abbraccio tra i due, Mancini e Vialli, a Wembley dopo la finale vinta contro l’Inghilterra, era rimasto nell’immaginario collettivo, come commovente marchio di quell’impresa. Abbraccio che ora, a poco più di un anno di distanza da quel momento di intensa gioia venato di malinconia, ogni tifoso italiano vorrebbe fare arrivare al Campione Vialli, ovunque egli sia.

Foto By @cfcunofficial (Chelsea Debs) London from London, UK – Chelsea 3 West Brom 0, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66433976