Svezia violenta, ora il premier svedese Kristersson chiede aiuto all’esercito

Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha incontrato venerdi mattina i capi dell’esercito nazionale e della polizia per combattere l’ondata di violenza tra bande , mentre il paese vacilla per le morti record di questo mese. In un discorso alla nazione giovedì scorso aveva detto: « Domani incontrerò il capo della polizia nazionale e il comandante in capo per vedere come le forze di difesa possono aiutare la polizia nel loro lavoro contro le bande criminali. Spero che tutti i partiti del parlamento svedese possano unirsi a sostegno di quelle azioni forti e innovative che devono essere intraprese». Poi il primo ministro apparso visibilmente scosso ha proseguito: « Non potrò mai sottolineare abbastanza la gravità della situazione. La Svezia non ha mai visto nulla di simile, nessun altro paese in Europa sta vivendo nulla di simile. Daremo la caccia alle bande e le sconfiggeremo. Li porteremo in tribunale. Se sono cittadini svedesi verranno rinchiusi per un lungo periodo in carcere e se sono cittadini stranieri verranno anche espulsi».Non è chiaro chiaro in quale veste i militari sarebbero stati coinvolti nell’affrontare il problema delle bande svedesi, ma le proposte precedenti si erano concentrate sull’assunzione da parte dei soldati dei compiti di protezione della polizia per liberare più risorse per la lotta alla criminalità. Settembre è diventato il mese peggiore per le morti per sparatorie in Svezia da quando sono iniziate le registrazioni nel 2016, dopo che due persone sono morte in sparatorie separate mercoledì notte, portando il totale mensile a 11. Un’altra persona è morta giovedì mattina dopo l’esplosione di una bomba. Nelle ultime settimane il Paese è stato scosso da un’ondata mortale di sparatorie ed esplosioni, molti sospettati di essere collegati ad una scissione all’interno della banda criminale Foxtrot.

Nella prima sparatoria di mercoledì, un uomo di 18 anni è stato ucciso in prima serata in un affollato campo sportivo nel sobborgo di Mälarhöjden, a sud-ovest di Stoccolma, dove bambini e giovani si stavano allenando. Poi verso mezzanotte un secondo uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Jordbro, appena a sud di Stoccolma mentre una donna di 25 anni è morta in ospedale per le ferite riportate dopo che una bomba è esplosa giovedì a Storvreta, fuori Uppsala, una città universitaria a nord della capitale. L’esplosione, che ha danneggiato cinque case, è stata trattata dalla polizia come un omicidio. I media svedesi hanno affermato che la donna morta probabilmente non era l’obiettivo dell’attacco.Tre persone sono state arrestate con l’accusa di complicità nella sparatoria di Jordbro, e due sono state arrestate per l’esplosione di Uppsala, così violenta che le facciate di due case sono state spazzate via.

Il reclutamento dei minori di Foxtrot

La rete Foxtrot ha acquisito notorietà per il reclutamento di minori. Diversi bambini sono stati collegati alla rete, a testimonianza delle spietate strategie del gruppo. Si dice che “The Kurdish Fox”, il leader del gruppo, sia uno dei principali spacciatori svedesi. Nonostante gli sforzi internazionali per catturarlo, finora tutti i tentativi di riportarlo in Svezia non hanno avuto successo. I conflitti in corso hanno portato ad attacchi contro i familiari dei membri delle bande. In un esempio terrificante, una donna anziana, ritenuta la madre di un ex membro di una banda, è stata uccisa senza pietà. Un 15enne e un 19enne sono sospettati dell’omicidio. La polizia teme che le violenze e le sparatorie siano tutt’altro che finite, con 571 criminali identificati nella sola Uppsala.  L’utilizzo di ragazzi minorenni da parte della banda Foxtrot nelle loro operazioni è particolarmente allarmante. Un ragazzo di 13 anni, legato alla rete Foxtrot, è stato recentemente trovato morto, sottolineando la spietata brutalità delle violenze. In aggiunta alla preoccupazione, diversi minori sono stati reclutati in reti criminali mentre vivevano in istituti. Secondo il  criminologo Manne Gerell dell’Università di Malmö: «La situazione continua a peggiorare e c’è la necessità di strumenti migliori per assistere i bambini e i giovani che stanno andando fuori strada e talvolta i metedi attuali sembrano essere inefficaci e alcuni addirittura hanno effetti negativi in Svezia».

Il triste record di morti per sparatoria in Svezia

Quest’anno la Svezia ha raggiunto un triste record con 64 morti per sparatoria in un anno. Solo tra gennaio e agosto di quest’anno ne sono stati registrati 30 e la polizia stima che circa 30.000 persone in Svezia siano direttamente coinvolte o abbiano legami con la criminalità organizzata. La violenza si è diffusa anche dalle principali aree urbane alle città più piccole dove in precedenza la criminalità violenta era rara. «I conflitti criminali in Svezia rappresentano una seria minaccia per la sicurezza e l’incolumità del Paese» ha affermato in una nota il commissario nazionale di polizia Anders Thornberg.

Conflitti tra bande a Stoccolma e Uppsala

I conflitti tra bande in Svezia hanno colpito in particolare la capitale Stoccolma. Foxtrot sarebbe in concorrenza con la cosiddetta rete Dalen per il controllo del traffico di droga a Stoccolma e nella zona di Uppsala. L’omicidio del rapper Einár, in conflitto con la rete Värby, ha ricevuto l’attenzione internazionale. In aggiunta ai disordini, alla fine di gennaio un ragazzo di 15 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in un ristorante di sushi a Stoccolma, un incidente legato alla tensione latente tra le due bande.

Governo e opposizione si scambiano accuse

Il governo e l’opposizione di sinistra si sono scambiati accuse su chi sia la colpa della situazione. L’opposizione sostiene che il governo ha reso il Paese meno sicuro, mentre Kristersson attribuisce la colpa alle politiche migratorie irresponsabili e alla mancata integrazione” del precedente governo e non può’ essergli dato certo torto. La Svezia si è distinta per molto tempo in Europa, insieme alla Germania, per le sue politiche di immigrazione liberali e per l’accoglienza di centinaia di migliaia di richiedenti asilo dal Medio Oriente e dall’Africa con il risultato che gli svedesi vedono ogni giorno.

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