Il Ministro degli Esteri Israeliano ha detto la verità ma non è piaciuta

Il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, alla vigilia della sua recente visita in Italia, ha lanciato un monito su X (Twitter) molto chiaro ai Paesi europei; “Il messaggio che trasmetto nelle conversazioni e negli incontri con i ministri degli Esteri dei paesi occidentali è: se non ci sostenete adesso, domani troverete nelle vostre strade e nelle vostre case il terrorismo islamico estremista guidato dall’Iran. La nostra guerra è anche la vostra guerra”. Alcuni media hanno erroneamente interpretato le parole di Katz come una minaccia (di non si sa bene cosa) nei confronti dei Paesi che non sostengono la guerra di Israele contro Hamas, quando il messaggio era invece chiaro ed evidente.Per alcuni il pericolo, il nemico, continua ad essere Israele e dunque anche semplici parole che mettono in guardia sul pericolo dell’islamismo vengono rovesciate e trasformante in minacce israeliane nei confronti di chi non è al fianco di Gerusalemme.

Eppure, la situazione in Europa è evidente, con manifestazioni che invocano il jihad e la cancellazione di Israele al grido “From the river to the sea”, scritta tra l’altro proiettata anche sul Big Ben a Londra qualche settimana fa e senza che la MET Police muovesse un dito. In alcuni luoghi sono anche apparsi adesivi con scritto “Rape is resistance” (Lo stupro è resistenza) in riferimento agli orrendi crimini perpetrati da Hamas il 7 ottobre scorso. Lo scorso weekend a Londra sono poi apparse bandiere con il volto dell’ayatollah Khomeini e svastiche.Nel contempo anche in Italia in questi mesi si sono verificate manifestazioni dai toni preoccupanti mentre predicatori islamisti e attivisti palestinesi inneggiano al jihad, al martirio, glorificano terroristi e diffondono odio contro Israele e l’Occidente.Ci sono poi i recenti arresti in Europa di membri dell’ISIS, di Hamas e delle Brigate al-Aqsa che mostrano come i jihadisti siano presenti e attivi. Arresti che sono soltanto la punta dell’iceberg, perché l’islamismo e il jihadismo sono ormai profondamente radicati in Occidente e riescono persino a condizionare le scelte politiche di alcuni governi. Basti pensare all’oramai evidente opposizione dell’amministrazione Biden o del governo britannico alla lotta al terrorismo di Israele a Gaza con la scusa della “reazione eccessiva”. Come se gli interventi britannici e statunitensi in Iraq e Afghanistan fossero state missioni umanitarie.

Ci sono anche le parole del ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourne, che ha addirittura minacciato sanzioni se Israele non dovesse permettere l’ingresso degli aiuti a Gaza.E’ evidente che la questione umanitaria è un pretesto e la diaspora islamica in Occidente spaventa i governi che preferiscono dunque volgersi contro Israele per scongiurare problemi a casa propria e questo è già un segnale estremamente preoccupante. Eppure l’Europa ha già assaggiato gli orrori dell’islamismo: dalle bombe a treni e metropolitane al Bataclan; dalle decapitazioni agli attentati di Nizza, Bruxelles, Berlino, Londra e Barcellona.Come ha giustamente illustrato Noor Dahri, direttore del think tank britannico Islamic Theology of Counter-Terrorism, Hamas non è più soltanto un’organizzazione terrorista, ma è diventata un’ideologia globale. Il suo obiettivo? Distruggere l’Occidente e in primis Israele che ne è l’avanguardia in Medio Oriente.Non è forse curioso come Hamas abbia trovato ampio sostegno nelle piazze e nelle strade occidentali piuttosto che nei Paesi mediorientali dove le manifestazioni sono state misere? Un recente sondaggio effettuato in Gran Bretagna ha rivelato che il 46% dei musulmani nel Regno sostengono Hamas.

In Italia, tre giorni dopo l’eccidio del 7 ottobre, il leader dell’Associazione Palestinesi in Italia, Mohammed Hannoun, dichiarava ai microfoni della RAI che il massacro di Hamas era “legittima difesa” e a inizio gennaio glorificava su Facebook il terrorista di Hamas Yahya Ayyash nell’anniversario della morte.Questi sono soltanto alcuni casi di una lista ben più lunga ed allarmante. C’è poi la questione del Qatar con i suoi tentacoli in tutta Europa che punta al controllo ideologico, grazie agli ingenti finanziamenti, delle comunità islamiche nel Vecchio Continente (è sufficiente leggere il libro “Qatar Papers” per farsi un’idea della situazione) e nel contempo mira, tramite lobbying, ad influenzare le decisioni politiche a livello internazionale.Non è un caso che il Qatar, nonostante sia il principale sostenitore di Hamas assieme al regime iraniano, continui ad essere presentato dall’Occidente come “mediatore” nel conflitto tra Hamas e Israele, quando di fatto non è altro che il braccio diplomatico dell’organizzazione terrorista palestinese, ma in Occidente nessuno è pronto ad ammetterlo.C’è poi l’Iran che utilizza Hamas, Hezbollah e gli Houthi come propri proxy per seminare terrore e colpire gli interessi dell’Occidente. Il regime iraniano è anche ampiamente presente in Europa con una vasta rete dell’IRGC (Guardie Rivoluzionarie) che sono a caccia di dissidenti e obiettivi israeliani ed ebraici.Ciò non ha però impedito all’amministrazione Biden di sbloccarne i fondi a Teheran mentre in Occidente si dibatte ancora sull’eventualità di classificare come terroristi gli Houthi e le IRGC. Nonostante tutto questo, per molti ciò che preoccupa sono le parole del ministro degli Esteri israeliano Katz, il quale non ha fatto altro che esporre i fatti per ciò che sono. Israele sta combattendo la guerra al terrorismo islamista e lo sta facendo anche per l’Occidente mentre quest’ultimo fa il pelo e il contropelo allo Stato ebraico con un unico obiettivo, evitare che Hamas venga sradicata per non scontentare Qatar e Iran.

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