Calcio, sentenza Superlega: molto rumore per nulla?

L’odierna sentenza della Corte di Giustizia Europea è stata accolta dai più con toni pressoché trionfalistici. Numerosi giornalisti ed addetti ai lavori hanno parlato di una svolta epocale, sottolineando che da oggi si mette finalmente fine all’era del monopolio della Fifa della Uefa sul calcio, dato che adesso i club europei potranno liberamente organizzare un nuovo campionato senza subire minacce o ritorsioni dalle due suddette organizzazioni calcistiche od anche dalle rispettive federazioni nazionali.

Ma è realmente così?

A ben guardare non lo è affatto perché oggi la Corte ha sì stabilito che le norme statutarie dei due organismi regolatori del calcio (Fifa ed UEFA) risultano essere in contrasto con le regole di libera concorrenza della UE ma non è tuttavia entrata nello specifico della bontà del progetto “Superlega”.

In altri termini, la Corte si è pronunciata esclusivamente sulle citate norme statutarie dei due Enti, ritenendo che la previsione di una preventiva “obbligatoria” approvazione degli stessi in ordine alla creazione di campionati o tornei al di fuori della loro giurisdizione (che naturalmente si riverbera sui diritti commerciali legati alla trasmissione degli eventi) determina un abuso di posizione dominante in netto contrasto con la normativa UE in tema di libera concorrenza.

Tuttavia, la Corte ha aggiunto: «Ciò non significa che una competizione come il progetto della Super League debba necessariamente essere approvata. La Corte, avendo ricevuto domande in generale sulle regole di FIFA e UEFA, non si pronuncia su quel progetto specifico nella sua sentenza».

Proprio tale inciso è quello sul quale hanno fatto leva la Uefa, la Fifa nonché le federazioni nazionali allineate (quali quella italiana e spagnola) per ribadire che il progetto della Superlega non risulta essere in linea con i principi della meritocrazia e della solidarietà redistributiva (Ceferin ha addirittura sostenuto che il nuovo format – che prevede promozioni e retrocessioni – sarebbe paradossalmente ancor più chiuso di quello proposto nel 2021). Non è difficile ipotizzare, pertanto, che UEFA e FIFA andranno avanti per la loro strada cercando di ostacolare in ogni modo possibile la nuova competizione.

Adducendo che quest’ultima non è in linea con il già richiamato principio meritocratico, nonché con quello della solidarietà nella redistribuzione dei proventi, UEFA e FIFA non approveranno la nascita di questo nuovo torneo continentale, mantenendo conseguentemente intatte le minacce di esclusione dei club aderenti dai tornei organizzati da tali enti sovranazionali.

Ma non solo! Anche le federazioni nazionali non daranno la loro benedizione alla Superlega (quantunque il torneo in questione non andrebbe ad interferire con i campionati nazionali, visto che le partite si giocherebbero a metà settimana).

A tal proposito, Il Presidente della Liga -Tebas – ha in data odierna affermato: «i criteri di ammissione ai tornei devono essere trasparenti, oggettivi e non discriminatori. Principi incompatibili con la Superlega».

Allo stesso modo, il Presidente della FIGC (Gravina), che proprio ieri aveva riaffermato l’esclusione dalla Serie A di quei club che avessero aderito alla Superlega (in base all’art.16 del NOIF, modificato ad hoc nel 2021 ai primi sentori della nuova competizione) ha nel pomeriggio dichiarato che il format voluto fortemente da Perez, Laporta ed Agnelli, non è rispettoso dei principi solidaristici e meritocratici su cui si basa uno sport come il calcio, con ciò sbattendo la porta in faccia a chiunque nutrisse speranze di “ammutinamento” (ad es. De Laurentis che si è mostrato possibilista).

Oltre a queste considerazioni, al  decollo del progetto Superlega ostano enormemente le molteplici defezioni dei club che hanno via via abbandonato il progetto. A ben guardare, infatti, al momento le uniche due squadre che hanno mantenuto la disponibilità ad avviare il nuovo torneo sono il Real Madrid ed il Barcellona. Le inglesi si sono tirate fuori subito e comunque la Premier League ha reagito all’odierna sentenza annunciando di voler introdurre una normativa che renda illegale la partecipazione a competizioni come la Superlega.

Per quanto riguarda le italiane, al momento registriamo la netta chiusura di Roma e Inter, mentre, come abbiamo accennato, il Napoli, tramite il suo patron ADL, pare essere aperto al dialogo con Real e Barcellona.

Anche la Juventus, come si ricorderà, si era tirata fuori ottenendo, anche per tale ragione, una carezza dalla UEFA in ordine alla penalizzazione poi ricevuta per la violazione del FPF. Ferma, infine, resta l’avversione al progetto Superlega da parte del Bayern di Monaco e del PSG.In definitiva, nonostante la sentenza di oggi potesse far pensare diversamente, grandi incognite aleggiano sul futuro della nuova competizione, ma essendo in gioco interessi economici plurimilionari non si può comunque definire chiusa la partita. Non resta quindi che aspettare per vedere quale sarà la prossima mossa dei protagonisti.

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