Scontri alla Sapienza tra polizia e studenti: due arresti e diversi feriti. Meloni: “Questo non è manifestare ma delinquere”
Alta tensione ieri all’Università La Sapienza di Roma. Circa 300 studenti hanno avuto scontri intensi con le forze dell’ordine, con un bilancio pesante: cinque arresti e numerosi feriti, tra cui alcuni agenti di polizia. Gli studenti hanno protestato con il grido “fuori la guerra dall’Università”, nel giorno in cui il Senato accademico discuteva della propria posizione riguardo al conflitto che sta dilaniando il Medio Oriente dal 7 ottobre. Alla fine della giornata, è stato sottoscritto un documento che esprime la preoccupazione per l’escalation del conflitto e ribadisce il rifiuto di qualsiasi forma di boicottaggio della collaborazione scientifica.
Il corteo è iniziato all’interno dell’Università La Sapienza, ma si è poi spostato e allargato rapidamente fuori dall’ateneo, su viale Regina Elena. È qui che la manifestazione è diventata incandescente e è stata bloccata dalle forze dell’ordine, dando inizio agli scontri. Ci sono state spinte, manganellate e momenti di tensione altissima nel cuore della città. Uno dei manifestanti è salito su un’auto della polizia di stato, danneggiandola, ed è stato arrestato.
I manifestanti hanno anche danneggiato due auto del personale di vigilanza interna dell’università, fuori dal Rettorato. Successivamente, molti manifestanti hanno cercato di fare irruzione nel commissariato dell’università, ma non ci sono riusciti. Durante questo tentativo, i manifestanti sono stati fronteggiati dagli agenti in servizio e un dirigente della polizia è stato aggredito da un manifestante, che è stato arrestato. Altri manifestanti si sono diretti verso il commissariato di San Lorenzo dove era stato portato uno degli arrestati. Alla fine, gli arrestati sono stati due.
I due fermati dalla polizia per le tensioni durante la manifestazione pro-Palestina nel quartiere romano di San Lorenzo sono un ragazzo di 29 anni di origini straniere e una ragazza italiana di 27 anni. Il dirigente del commissariato è stato ferito dalla 27enne.
Il corteo ha preso di mira anche la rettrice Antonella Polimeni, accusata dai manifestanti di non aver preso posizione sulla guerra in Medio Oriente. La ministra dell’università, Anna Maria Bernini, ha commentato la situazione definendola vergognosa e ha sottolineato che la protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. Ha elogiato la decisione del Senato, che evidenzia la solidarietà della comunità accademica e il rifiuto delle imposizioni da parte di una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale.
Le condanne per le violenze sono arrivate dai presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa, e da alcuni ministri. La premier Giorgia Meloni ha condannato le violenze, definendole devastazioni, aggressioni, scontri e assalti. Ha espresso solidarietà al dirigente della polizia aggredito e a tutte le forze dell’ordine e ai docenti.
Il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha contattato il Questore Belfiore per esprimere gratitudine alle forze di polizia e solidarietà agli agenti feriti. Ha sottolineato come l’operato delle forze dell’ordine abbia evitato un ulteriore peggioramento della situazione.
Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp, ha affermato che le manifestazioni organizzate dai collettivi e dai centri sociali mirano solo a fomentare e alimentare gli scontri con le forze dell’ordine. Ha accusato i manifestanti di cercare solo un modo per provocare tensione e creare caos.
Un comunicato del Fronte della Gioventù Comunista ha sottolineato che gli studenti si mobilitano da mesi e ricevono solo repressione dall’ateneo. Hanno convocato uno sciopero per chiedere una presa di posizione contro il genocidio in Palestina e il recesso degli accordi militari con aziende belliche e università israeliane. Hanno criticato la rettrice Polimeni per il suo approccio autoritario.
La Presidente della CRUI, Giovanna Iannantuoni, ha affermato che la violenza non è mai accettabile e ha espresso solidarietà alla rettrice Polimeni. Ha ribadito che gli atenei italiani sono luoghi di confronto e dialogo e che la violenza non può mai sostituire il dialogo e la discussione pacifica.
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