Woody Allen al festival di Mosca: scoppia la bufera diplomatica

Il regista statunitense partecipa in collegamento video alla Settimana del Cinema di Mosca. L’Ucraina lo accusa di legittimare la propaganda russa e di ignorare la guerra in corso.

Woody Allen

Woody Allen, uno dei registi più discussi e controversi della scena cinematografica mondiale, è intervenuto in collegamento video alla Settimana internazionale del Cinema di Mosca. La sua presenza ha scatenato immediate reazioni di condanna da parte del governo ucraino. L’evento, ospitato alla sala Moskino e patrocinato dal Comune della capitale russa insieme a media sostenuti dallo Stato, ha visto Allen protagonista di una sessione dal titolo eloquente: “Leggende del cinema mondiale”.

Davanti a una platea gremita, il cineasta newyorkese ha elogiato la tradizione cinematografica russa. Lasciandosi andare ad un commento relativo alla possibilità, in futuro, di girare un film in Russia, qualora se ne presentasse l’occasione. Le sue parole sono state accolte da un’esplosione di applausi. Ma fuori dai confini russi hanno sollevato un polverone.

Woody Allen e la dura risposta dell’Ucraina

Il ministero degli Esteri ucraino ha espresso un netto dissenso tramite un post su Facebook. Egli accusa Woody Allen di aver “benedetto con il suo intervento un festival insanguinato dalla guerra”. Il dicastero ha sottolineato che “la cultura non deve mai essere usata per insabbiare crimini o fungere da strumento di propaganda”.

Il messaggio è stato accompagnato da un’immagine simbolica. L’utilizzo dei celebri occhiali con montatura nera del regista sovrapposti alla fotografia di un palazzo ucraino distrutto da un bombardamento russo. Una scelta dal forte impatto, volta a denunciare l’apparente leggerezza con cui Allen ha partecipato all’iniziativa senza menzionare l’aggressione militare russa.

Il contesto internazionale: boicottaggi e proteste

Dal febbraio 2022, anno dell’invasione russa dell’Ucraina, la maggior parte delle personalità culturali occidentali ha cancellato spettacoli, tournée e collaborazioni in Russia. Un gesto forte come segno di protesta contro l’aggressione. La presenza – seppur virtuale – di Allen al festival moscovita è stata percepita come un’eccezione che mina questo fronte compatto.

A rendere l’episodio ancora più controverso è stato il ruolo di Fyodor Bondarchuk, regista russo vicino al presidente Vladimir Putin. Proprio lui scelto per intervistare Allen durante la serata.

Woody Allen tra genio e ombre del passato

Considerato un maestro della commedia intellettuale e autore di film che hanno segnato la storia del cinema, Woody Allen negli ultimi anni ha visto offuscata la sua carriera. Le accuse di molestie avanzate dalla figlia adottiva Dylan Farrow hanno avuto il loro peso. Accuse che il regista ha sempre respinto, definendole una manipolazione orchestrata dall’ex moglie Mia Farrow.

Hollywood, tuttavia, lo ha progressivamente emarginato, e Allen ha spostato le sue produzioni in Europa, trovando spazio soprattutto in Spagna, Francia e Italia. La sua disponibilità a lavorare anche in Russia rischia ora di riaccendere discussioni e di compromettere ulteriormente la sua immagine pubblica.

Una scelta che divide

La Settimana internazionale del Cinema di Mosca si svolge dal 23 al 27 agosto e vede la partecipazione anche di altri registi stranieri, tra cui il serbo Emir Kusturica, da tempo vicino alla Russia. La decisione di Allen di unirsi all’evento, in un momento storico segnato da devastazioni e tensioni geopolitiche, appare a molti come un passo falso.

In un contesto in cui ogni gesto culturale assume un peso politico, l’intervento del regista newyorkese viene interpretato come un atto che, consapevolmente o meno, contribuisce a rafforzare la narrazione russa e a minare gli sforzi internazionali di isolamento di Mosca.