Le ore dell’amore

Coppia di giovani mantiene da anni una relazione stabile vedendosi saltuariamente e senza vivere sotto lo stesso tetto. I due decidono di sposarsi e mettere su casa per assecondare l’idea borghese di famiglia. Con il matrimonio e la convivenza arriveranno i problemi e la noia. Lei vorrebbe diventare madre e lui continuare a vivere la sua vita da scapolo assecondando le pulsioni proprie di ogni maschio medio.

Riflessione sulla coppia e sull’incapacità di conciliare le esigenze di uomo e donna, uno dei migliori film di Salce che riesce a unire la risata alla critica sociale. Sullo sfondo di un’Italia in pieno Boom i due sposini non riescono a entrare nel loro nuovo ruolo di adulti. Ugo Tognazzi, in grande spolvero, regala il volto a questo Peter Pan che prova ad assecondare il desiderio di maternità della sua compagna ma si lascia travolgere dalle tentazioni che fanno da contorno alla Dolce vita. Salce critica la coppia che non riesce a saldare un’unione, contratta volontariamente, scendendo a compromessi.

Gianni e Maretta (i protagonisti) sono innamorati di loro stessi e incapaci di smussare l’egoismo che li porta ad amplificare ogni discussione. Sullo sfondo una società ipocrita e triste che finge un divertimento continuo, fatto di feste dove l’ipocrisia regna sovrana e tutti odiano tutti. Atmosfere volutamente cupe per una riflessione attualissima, miste a un’eccentricità di ottima fattura per un capitolo importante del cinema italiano. Essere innamorati dell’idea di amare non basta a sconfiggere l’egoismo.