Firenze non deve morire di criminalità. Cascine terra di nessuno?

Abbiamo già più volte parlato della criminalità a Firenze ed in particolare della situazione delle Cascine. In questi giorni è avvenuto un fatto grave. Un assalto predatorio, da far west, ad un tassista di passaggio alle 5.30 di mattina alle Cascine colpevole di aver abbassato il finestrino per rispondere ad una finta richiesta di informazioni. Assalito dai moderni predoni, per fuggire ha sbattuto contro un palo. Un tassista di passaggio sfanalando e suonando l’ha salvato. Poi per fortuna son arrivate le forze dell’ordine e numerosi tassisti a sostegno. Sennò sarebbe accaduto il peggio.

Quanto accaduto è veramente grave per una zona di Firenze che è sempre stata problematica ma non aveva mai raggiunto un punto così grave dal punto di vista della sicurezza. Siamo di fronte a dei predoni oramai che non guardano in faccia a nessuno, nonostante l’impegno continuo delle forze dell’ordine nazionali e locali ma che oggi non basta più. Le aggressioni avvengono anche di giorno come nel recente caso di metà ottobre scorso in cui la vittima è stata l’ex prefetto di Firenze Varratta.
È intervenuto su quanto accaduto il rappresentante del comitato di San Iacopino Simone Ganfaldoni che ha espresso preoccupazione per quanto accaduto che va messo in relazione con la situazione in netto peggioramento esistente a Firenze e nelle zone circostanti alle Cascine che stanno subendo un aumento della pressione criminale.

Per la Fondazione Caponnetto la situazione del parco fiorentino è sempre più complessa e non facilmente risolvibile se non si faranno degli interventi radicali e straordinari. Alle Cascine c’è la black mafia tra i problemi presenti. La mafia nigeriana, la cui esistenza a Firenze ancora non è dimostrata da un punto di vista giudiziario, ma che socialmente esiste da numerosi anni. Il traffico di droga è gestito dai nigeriani e la manovalanza è composta da gambiani e ghanesi. Esiste poi una sorta di triangolo della black mafia, che è formato da Stazione Smn, Fortezza e Cascine. Attorno alle zone in cui si spaccia poi, si è formato una sorta di micro società parallela, in cui, un mix di esseri umani disperati, tossici da crack ed eroina, convivono in accampamenti di fortuna con tanto di mercatino parallelo di roba rubata. La dipendenza dalle droghe necessita di rimanere vicino agli spacciatori. Micro sistema che è stato involontariamente favorito dalla sorta di isolamento causato dalla tramvia, che isola un boschetto delle Cascine dove stanziano i predoni che la usano pure per muoversi rapidamente da una zona all’altra.Per intervenire con efficacia sempre secondo la Fondazione Caponnetto è necessaria, dopo aver piazzato delle foto trappole, una operazione congiunta mista tra militari che chiudono il perimetro, forze dell’ordine con i cavalli ed i cani e i reparti mobili e strutture sociali assistenziali per verificare tutti la situazione esistente. Una soluzione da sbirro sociale. Ossia sbirresca come tipologia d’intervento ma anche attenta al recupero delle dipendenze. Ciò permetterebbe di riprendere il controllo del territorio del più bel parco di Firenze per non farla diventare terra di nessuno. Il tempo rimasto è sempre di meno. O cambiano o muoiono, le Cascine.

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