Al Teatro Vascello di Roma sarà in scena dall’8 al 13 marzo lo spettacolo ‘Con il vostro irridente silenzio’. Ideato da Fabrizio Gifuni è uno studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro. Un lavoro che si inserisce nel solco di due precedenti spettacoli costruiti su scritti di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini
Analisi storica di uno dei misteri d’Italia.
Il Teatro Vascello di Roma ospita dall’8 al 13 marzo uno spettacolo ideato ed interpretato da Fabrizio Gifuni: ‘Con il vostro irridente silenzio’. Realizzato sullo studio delle lettere che Aldo Moro scrisse prigionia e sul suo memoriale. Gifuni non è nuovo a questo tipo di approfondimento storico-teatrale ricordando i suoi spettacoli su testi di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini.
Nicola Lagioia e il Salone internazionale del Libro di Torino hanno contribuito a realizzare lo spettacolo. Inoltre ha collaborato Christian Raimo, con la consulenza storica di Francesco Biscione e Miguel Gotor ed una parte fotografica curata da Mimmo Frassineti.
‘Con il vostro irridente silenzio’. Focus sui 55 giorni di prigionia di Moro
I 55 giorni che hanno caratterizzato la prigionia di Aldo Moro sono uno dei periodi più tragici della storia del nostro paese. Rapito il 16 marzo del 1978 fu ucciso il 9 maggio successivo, in questo lasso di tempo molteplici sono le lettere che scrisse, indirizzate ad amici, colleghi di partito, ai familiari e rappresentanti delle istituzioni agli amici, così come brevi note di carattere testamentario. Al fianco di questi documenti, partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri, il cosiddetto memoriale, un testo di carattere storico-politico di fondamentale importanza.
Tutta questa documentazione, almeno nella parte giunta fino a noi sono le ultime parole di Moro. È un ‘corpus’ che, all’epoca, scosse gli animi di molti, e molti cercarono di silenziare, mistificare e irridere, spesso per nascondere implicazioni e responsabilità.
‘Con il vostro irridente silenzio’. Il significato dello spettacolo
Anche la stampa ufficiale ebbe un ruolo importante in tutta la questione. Moro parla e urla dal carcere ma i giornali martellano l’opinione pubblica sconfessando le sue parole amplificando così la tortura morale alla quale lo statista fu sottoposto.
A distanza di quarant’anni ci si chiede se questi documenti siano stati davvero letti, molti hanno scelto di dimenticarli. Lettere e memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche e la figura di Moro, soprattutto la sua tragica fine, restano un enigma dalle diverse soluzioni con protagonisti, ancora, non completamente individuati.
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde
Informazioni 065898031 mail promozione@teatrovascello.