Oggi non è un giorno normale per Giorgia Meloni. Nulla a che fare con il suo viaggio negli Usa, i premi, la Nazioni Unite. Saranno infatti passati due anni dal 25 settembre 2022, il giorno, anzi, la sera e la notte delle elezioni politiche che portarono la presidente di Fratelli d’Italia alla guida dell’Italia. Nello spegnere quindi l’ipotetica torta con le due candeline viene spontaneo fare una riflessione sul suo operato a Palazzo Chigi. E in questo alcuni numeri posso aiutare a capire come stano le cose. Il consenso verso la premier e verso Fratelli d’Italia è cresciuto. Il partito di destra è infatti salito dal 25,98% di due anni fa al 30,1% dei sondaggi di oggi. 4 punti percentuali in più che sono molto più significativi di quanto si pensi dato che questa crescita è la stessa avuta della coalizione di centrodestra, passata dal 43,79% al 47,8% rilevato oggi. Insomma, mentre gli alleati sono fermi FdI cresce. Un’anomalia rispetto alla storia della politica italiana e a quanto accade in queste settimane in tutti gli altri paesi europei.
Il partito di governo, il premier, abitualmente perde consensi una volta arrivata al potere; se poi guardiamo a quanto succede a Parigi o Berlino, con Macron e Scholz in crollo elettorale totale, capiamo bene come gli italiani apprezzano l’operato del premier. A nulla sono serviti quindi gli scandali Sangiuliano o le polemiche su altri ministri (Lollobrigida e Santanché tanto per fare altri due nomi, sempre di Fratelli d’Italia); a nulla sono servite le vicende legate al fascismo (dalle commemorazioni di Acca Larentia ad altri episodi che si sono prese le prime pagine dei giornali), come le vicende personali (la separazione dal compagno Andrea Giambruno, ricordate???). Tutto inutile.
Di Giorgia Meloni piace soprattutto l’autorevolezza a livello internazionale, dove gli avversari politici avevano previsto le maggiori problematiche. Chi raccontava di un’Italia isolata sullo scacchiere internazionale con la prima donna premier alla guida del paese deve ammettere di essere stato smentito dai fatti. Meloni ha saputo tessere buoni rapporti in Europa (seppur non abbia votato per la riconferma di Ursula Von del Leyen) ed anche all’interno del G7.
A livello interno anche alcuni dati macro economici sono tutti a favore: l’occupazione è a livelli record, la Borsa vola, l’inflazione è in calo ed il Pil cresce (non di molto) mentre altri paesi europei, su tutti la Germania, si vede da tempo il segno meno.
Certo, i problemi non mancano a livello economico interno (e internazionale) e a livello politico. La maggioranza appare in salute, seppur con qualche tensione di troppo. Se due anni fa era la Lega l’alleato indicato come il più fragile e burrascoso, oggi è Forza Italia a essere al centro di voci e pettegolezzi su presunte crisi e rotture. Ma gli ultimi sondaggi danno sempre meno speranze a chi pensa a un cambio di governo e di guida. Sfidare Giorgia Meloni è quindi complesso se non impossibile. Chi l’avrebbe mai detto due anni fa?
@riproduzione riservata