Crolla la diga di Orsk in Russia per ritardi nella manutenzione

La diga crollata a Orsk, nella zona russa degli Urali, ha ceduto a causa di ritardi nella manutenzione. Questo è stato dichiarato dall’ufficio del procuratore regionale che sta investigando sul crollo, il quale ha causato tre morti fino ad ora, oltre all’evacuazione di 1.164 persone, tra cui 336 bambini, e all’inondazione di oltre 2.500 case. Gli evacuati sono stati indirizzati verso centri di accoglienza temporanei. “La diga è crollata il 5 aprile 2024, a causa del mancato adempimento tempestivo delle misure volte a mantenere in buono stato tecnico le sue attrezzature idrotecniche”, ha affermato la procura. La struttura era stata messa in funzione nel 2010. “Le filiali dell’Autorità statale di supervisione tecnica hanno rilevato in precedenza delle violazioni nella manutenzione della diga e sono state inviate comunicazioni all’autorità competente in merito”, ha dichiarato l’ufficio del procuratore.

In particolare, proprio nel mese scorso, la procura ha inviato al primo vicesindaco di Orsk un avvertimento sull’inammissibilità della violazione della legge sulla protezione della popolazione e dei territori dalle situazioni di emergenza naturali e provocate dall’uomo. Due giorni fa, nella regione di Orenburg, era stato dichiarato lo stato di emergenza a causa del peggioramento della situazione delle inondazioni. Sono state dislocate in totale 495 strutture di alloggio temporanee con una capacità di oltre 82.300 persone. Le autorità regionali, dal canto loro, hanno citato anche lo scioglimento delle nevi che provoca l’innalzamento dei fiumi della regione, compresi gli Urali, come ulteriore motivo delle inondazioni. “Il livello dell’acqua del fiume Ural continuerà a salire”, ha avvertito il sindaco della città di Orenburg, Sergei Salmine. “Il livello potrebbe raggiungere una soglia critica”, ha aggiunto, invitando tutti a lasciare immediatamente le case situate nella zona alluvionata prima di dover ricorrere alla forza. Le inondazioni dovute allo scioglimento delle nevi colpiscono anche il Kazakistan, paese confinante con la Russia. In un discorso alla nazione, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha parlato di “un disastro naturale”, definendolo “forse il più grande, in termini di dimensioni e conseguenze, degli ultimi 80 anni”.