Covid-19: la vita fragile e orgogliosa di una categoria a rischio

In tempi di Coronavirus, vivere nella zona più colpita dal contagio e avere una disabilità significa risultare doppiamente fragili. Ma anche avere qualche risorsa in più

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Eccoci qua. Mentre imperversa la bufera di un’epidemia improvvisa e inaspettata quanto implacabile nel cercare le sue vittime. E ti rendi conto che tu rientri proprio nelle categorie più a rischio, quelle che pagano il tributo più alto in termini di vite umane: le persone anziane e quelle con disabilità. Il secondo caso è quello di chi scrive, cioè il mio, affetto da una patologia neuromuscolare.

La consapevolezza che la salvezza passa da altre mani

Perché anziani e disabili hanno molto spesso anche altre patologie che abbassano le loro difese immunitarie ma, soprattutto, spesso non sono autosufficienti. E quindi le loro vite e i loro atti quotidiani passano attraverso le braccia e le mani di altre persone. Va bene, personalmente sono un cittadino sufficientemente ragionevole e informato e comprendo benissimo l’esigenza di non frequentare luoghi affollati e quella di accrescere le norme di igiene. Sto a casa e lavoro in smart working. Ma se anche per lavarmi la faccia (Cit.: “Non toccatevi occhi, naso e bocca!”) o prepararmi il pranzo o la cena ho bisogno dell’intervento di un’altra persona, come posso essere sicuro, in ogni istante del giorno, e giorno dopo giorno, che le accresciute norme di igiene che vengono giustamente tanto raccomandate, vengano rispettate? E quando il mio assistente personale (non amo la parola badante) deve uscire? Vivo a Milano, nel pieno della regione più colpita dal virus. Lui ha perfettamente compreso la gravità della situazione e limita al massimo le sue uscite di casa, ma non posso e non voglio trattarlo come un prigioniero. Tuttavia, quando esce anche solo per prendere una boccata d’aria, chi mi assicura che non incorra involontariamente in qualche situazione che lo espone al contagio?

La confidenza con l’eccezionalità data dalla fatica di vivere

Eppure nonostante tutto questo sono ottimista. Lo sono per natura e conservo la positività anche quando sono preoccupato e un po’ spaesato. Penso che in fondo le persone con i miei stessi problemi sono abituate a combattere ogni giorno contro ostacoli, barriere, impedimenti di ogni tipo, soltanto per essere in grado di svolgere una vita “normale”, al pari degli altri. Ora siamo tutti sullo stesso piano, ricondotti alle dinamiche basilari delle nostre esistenze. Praticamente, il punto dal quale io e quelli come me sono partiti per le loro conquiste. Ma forse proprio per questo, siamo un po’ avvantaggiati. Perché sappiamo che, se faremo tutto come scienza e buon senso consigliano, sapremo tornare a quel livello che ci eravamo tanto faticosamente guadagnati: alla vita sociale, integrata e densa di relazioni del XXI° secolo.

 

L’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità ha messo online le risposte alle domande più frequenti sulle misure contenute nel dpcm del 9 marzo che riguardano i soggetti con disabilità e chi li assiste. La pagina web verrà di volta in volta aggiornata in base ai nuovi provvedimenti emanati. La Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute pubblicano tutti gli aggiornamenti relativi al nuovo Coronavirus su questo sito: www.salute.gov.it.