COVID-19, Coronavirus: supermercati presi d’assalto a Milano

Scuole chiuse per almeno una settimana, funzioni religiose in streaming, in molte aziende attivato lo smart working

coronavirus
scaffali vuoti all'Esselunga

Milano è deserta. Nell’ora in cui la città solitamente sembra un formicaio con macchine in coda al semaforo, autobus pieni di impiegati e studenti che si dirigono a scuola, oggi tutto è fermo. Immobile. Questa mattina la città della Madoninna è spettrale. Da quando, nella giornata di ieri, sono stati registrati i primi casi di Covid-19, la metropoli si è messa in moto. E’ stata corsa agli approvvigionamenti. Supermercati presi d’assalto, ipermercati con lunghissime code alle casse, scaffali vuoti.

Intorno alle 18, nella famosa catena di supermercati e superstore Esselunga i milanesi sembravano impazziti. Immediatamente dopo l’annuncio che i telegiornali e i radiogiornali hanno comunicato relativamente alla chiusura delle scuole per una settimana, la chiusura del Duomo, la chiusura di luoghi dei aggregazione (cinema, teatri, pub, etc.) a partire dalle ore 18, la città si è messa in moto e si è catapultata nei negozi di alimentari per far scorta di generi di prima necessità. I supermercati, presi d’assalto, nel giro di poche ore si sono trovati privi di prodotti sugli scaffali.

Esauriti: pollo, zucchero, latte, sale, pasta, sughi, olio, farina, acqua naturale e gassata e prodotti surgelati. Stamattina i banchi verranno riforniti e sarà possibile recarsi nei supermercati e acquistare tutto ciò che è necessario. La regione Lombardia chiede alle persone solo un po’ di precauzione ed esorta tutti a vivere senza timore di un’apocalisse.

Il bilancio dei contagiati e delle vittime in Lombardia

Il bilancio complessivo delle persone contagiate, intanto, in Lombardia, ha superato quota 130: quattro i casi registrati nella zona di Bergamo nelle ultime ore.  Attualmente ci sono 53 persone ricoverate in diversi ospedali, altre sono isolate nelle proprie abitazioni. Delle 53 ricoverate, 17 si trovano in terapia intensiva. L’appello delle istituzioni è quello di utilizzare il numero 112 nei casi di vera emergenza.