Coronavirus: rivolte in 27 carceri

Carceri in protesta da ieri dopo le misure restrittive prese dal governo per il rischio Coronavirus

Rivolta Carcere San Vittore

Tante le rivolte che sono scoppiate nelle ultime ore in 27 carceri di tutta Italia. Le strutture sono state prese d’assalto dai detenuti, in reazione alle misure per la prevenzione della diffusione del Covid-19. Da Milano a Palermo i detenuti hanno protestato contro la decisione di sospendere i colloqui con i parenti. 6 i morti accertati tra i carcerati e 20 fino ad ora le evasioni.

Le rivolte nei carceri

Da Modena il bilancio è tragico. Sei le vittime fino ad ora accertate. Sono in atto le indagini per verificare la causa dei decessi. Stando ai primi accertamenti due morti sarebbero avvenute a causa di overdose da farmaci (oppioidi e benzodiazepine). Un altro detenuto è stato ritrovato cianotico ma ancora non sono chiare le circostanze del decesso. 18 i detenuti soccorsi per intossicazione mentre i più gravi sono stati portati al pronto soccorso. Quattro di loro si trovano ora in terapia intensiva. Ingenti i danni alle strutture, per le quali è in atto la bonifica.

Proteste nel pomeriggio di ieri anche a Poggioreale, Napoli, dove centinaia detenuti sono saliti sui muri del passeggio. Fuori dal carcere sono accorsi parenti e solidali. Indulto, amnistia e misure detentive alternative le richieste di carcerati e parenti, preoccupati anche dall’ipotesi di un eventuale contagio all’interno della struttura, che versa già in condizioni sanitarie precarie. L’istituto è il più affollato d’Italia, con 2200 detenuti attualmente presenti.

È di stamane la notizia dell’evasione di massa avvenuta a Foggia, nel corso della rivolta. 50 i detenuti che sono riusciti a fuggire, dopo aver divelto un cancello della “block house” e rubato alcune autovetture. Venti sono riusciti ad evadere senza essere rintracciati. “Vogliamo l’indulto e l’amnistia, non possiamo stare così con il rischio del Coronavirus. Noi viviamo peggio di voi, viviamo nell’inferno“, queste le parole di uno dei detenuti in rivolta. Nel carcere di Foggia i detenuti sono 608, 243 in più della capienza ottimale della struttura. “La situazione è critica, gli assistenti che non vogliono lavorare, ci tengono chiusi 24 ore su 24. Ci trattano come animali. Anzi, gli animali vengono trattati meglio di noi”. Così commenta un giovane detenuto che durante le proteste è rimasto ferito alla testa.

La situazione a San Vittore

È scoppiata stamattina la rivolta a San Vittore, Milano. Le strade intorno al carcere, che si trova nel centro della città, sono state chiuse. I detenuti chiedono anche qui più tutele per la salute, e protestano contro le misure restrittive per i colloqui. Una ventina le persone che sono riuscite a salire sul tetto della struttura. Sono stati incendiati oggetti e intonati cori: “libertà, libertà!”. In tarda mattinata, si sono sentite le note del ritornello di “O surdato ‘nnammurato”, seguite da slogan in cui si chiede di poter riavere i colloqui. Nel pomeriggio sono apparsi striscioni nei quali i detenuti invocavano l’indulto per questioni di sicurezza sanitaria.

Nel corso di tutta la giornata parenti e solidali dei detenuti si sono riuniti sotto le mura del carcere. Attraverso l’utilizzo di megafoni sono riusciti a comunicare con l’interno della struttura, improvvisando una sorta di colloqui con i propri cari. Le fiamme che sono state appiccate dai detenuti bruciando materassi e coperte sono visibili dall’esterno di San Vittore, carcere situato in una zona signorile di Milano.