I sindacati dei lavoratori dello spettacolo chiedono al governo di ritirare le disposizioni di sospensione degli spettacoli. Venerdì prossimo ci sarà Assenza Spettacolare la manifestazione dei lavoratori. 18 piazze italiane interessate per porre all’attenzione le loro motivazioni.
Il comunicato dei sindacati
Dopo la lettura del nuovo DPCM che dispone la chiusura di cinema, teatri e sale da concerto i sindacati hanno emesso un comunicato. Queste le loro parole: “È un errore chiudere teatri e sale cinematografiche. Luoghi che avevano garantito le misure contro i contagi, la protezione della salute ai lavoratori e agli spettatori. Il settore obbligato dall’inizio della crisi a fermarsi, deve subire un altro brusco stop che non comprendiamo, soprattutto perché le misure imposte non consentivano il ritorno alla normalità, e comunque davano spazio, a nostro avviso, a un aumento della capienza, ove possibile, mantenendo le condizioni di sicurezza.”
Le richieste e le ragioni per il sostegno ai lavoratori
“Chiediamo al Governo di ripristinare l’operatività del settore, perché sappiamo che in questi mesi molti teatri sono rimasti chiusi e diverse sale cinematografiche hanno definitivamente chiuso. Il comparto ha la necessità di essere sostenuto, per avere una reale ripartenza e una prospettiva futura. Nel frattempo è necessario garantire un sostegno certo ai lavoratori. In troppi non hanno ancora ricevuto le indennità promesse.”
‘Assenza Spettacolare’. La manifestazione il 30 ottobre
“Queste sono le motivazioni della manifestazione – conclude il comunicato sindacale emesso unitariamente da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom_Uil – che si svolgerà a livello nazionale a cui parteciperanno, nel rispetto delle misure anticovid, tutti i lavoratori dello spettacolo.”
Assenza Spettacolare è il nome dell’iniziativa. Le città coinvolte oltre Roma (Montecitorio) e Milano (Piazza della Scala) ci sono Trento, Torino, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, Ancona, Pescara, Cagliari Napoli, Bari, Palermo, Catania, Cosenza o Catanzaro. In Liguria dove le manifestazioni sono vietate è allo studio una forma di protesta alternativa.