Daniele Pieroni e la prima applicazione del suicidio assistito in Toscana

Affetto dal morbo di Parkinson e assistito dall’associazione Luca Coscioni, lo scrittore 64enne ha scelto di porre fine alla sua vita in modo sereno e regolamentato, diventando simbolo del dibattito sul fine vita in Italia.

Daniele Pieroni

Una vita segnata dalla malattia, una scelta di libertà quella di Daniele Pieroni, scrittore toscano di 64 anni. L’uomo ha scelto di affrontare con lucidità l’ultimo atto della sua esistenza. Dal 2008 conviveva con il morbo di Parkinson, una patologia neurodegenerativa che lo aveva reso dipendente da un dispositivo di alimentazione enterale (PEG) attivo per ben 21 ore al giorno, a causa di una grave disfagia. Nonostante le sofferenze fisiche e le limitazioni quotidiane, Pieroni ha mantenuto fino all’ultimo una straordinaria lucidità e determinazione nel voler decidere autonomamente del proprio destino.

Il percorso verso il suicidio medicalmente assistito

Il suo cammino verso una morte assistita è iniziato nell’agosto 2023, quando ha contattato l’associazione Luca Coscioni. L’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica è un’associazione di promozione sociale italiana da anni attiva nella battaglia per i diritti civili e il riconoscimento legale del suicidio assistito.

Con il supporto di Marco Cappato, ha ricevuto tutte le informazioni necessarie. Comunicazioni dalle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), alla sedazione palliativa profonda, fino al distacco dai trattamenti salvavita. Tuttavia, Daniele ha scelto consapevolmente di intraprendere il percorso delineato dalla storica sentenza della Corte costituzionale 242/2019. Inviò formale richiesta all’ASL Toscana Sud Est il 31 agosto 2023.

L’ultimo giorno: una morte serena e dignitosa

Il via libera è arrivato il 22 aprile 2024. Pochi giorni dopo, il 17 maggio, Pieroni si è autosomministrato il farmaco letale nella sua abitazione in provincia di Siena. Erano presenti due dottoresse e un medico legale dell’ASL, intervenuti su base volontaria, che hanno accompagnato con sensibilità e rispetto il momento finale. Al fianco dello scrittore vi erano anche la coordinatrice regionale dell’associazione Luca Coscioni Felicetta Maltese, il fiduciario Leonardo Pinzi, le sue assistenti domiciliari e i familiari più stretti. Alle 16:47 Pieroni ha attivato autonomamente il dispositivo con doppia pompa infusiva e tre minuti dopo, alle 16:50, ha smesso di respirare con serenità.

Un caso emblematico che interpella la politica

Il caso di Daniele Pieroni è il primo in Toscana dopo l’approvazione della normativa regionale sul suicidio medicalmente assistito, votata dal Consiglio regionale a febbraio e poi impugnata dal governo nazionale. La vicenda ha rilanciato con forza la richiesta di una legge statale che disciplini in modo chiaro e uniforme il diritto al fine vita. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha sottolineato come la normativa regionale abbia temporaneamente colmato un vuoto legislativo. Ha ribadito l’auspicio di una legge nazionale in linea con i principi sanciti dalla Consulta.

Il prossimo 17 luglio è prevista in Senato la discussione di un disegno di legge sul tema, che potrebbe finalmente offrire un quadro normativo certo a tutti i cittadini italiani che si trovano in condizioni analoghe a quelle vissute da Pieroni.

Il suicidio assistito tra diritti, etica e medicina

Il caso Pieroni si inserisce in un contesto più ampio che vede un crescente interesse verso il suicidio assistito in tutto l’Occidente. In Svizzera, dove la pratica è legale anche per i cittadini stranieri, si è sviluppato un fenomeno noto come “turismo del suicidio”. Numerosi italiani vi si recano ogni anno per accedere alla procedura. In Italia, in mancanza di una legge nazionale, sono centinaia le persone che si rivolgono all’estero. A volte basandosi su informazioni frammentarie disponibili online o grazie a organizzazioni specializzate.

Va però ricordato che la valutazione dei requisiti per il suicidio assistito richiede estrema attenzione clinica ed etica, soprattutto nei casi di patologie come la depressione, che possono compromettere la capacità di esprimere un consenso libero e informato. In situazioni di sofferenza cronica, il confine tra volontà autentica e condizionamento psicologico può essere molto sottile.

Una scelta che diventa simbolo

Daniele Pieroni ha voluto essere protagonista fino alla fine del proprio percorso di vita. Ha voluto lasciare un segno nel dibattito nazionale sul diritto all’autodeterminazione e sulla necessità di leggi chiare, giuste e rispettose della dignità individuale. Il suo gesto non è solo una scelta personale, ma anche un messaggio rivolto alle istituzioni e alla società tutta: la libertà di decidere come morire è parte integrante del diritto a vivere con dignità.