Tesla in caduta libera: Trump prova a salvarla… affondandola ancora di più!

Il sostegno di Trump è davvero un aiuto, o l’ultimo chiodo sulla bara dell’immagine globale di Tesla?

Trump Tesla

Elon Musk e Donald Trump: due uomini, due visionari, due protagonisti della scena pubblica americana che sembrano fatti l’uno per l’altro. Da un lato, il geniale (e controverso) imprenditore che ha trasformato Tesla in un colosso globale. Dall’altro, il presidente degli Stati Uniti, noto per il suo stile divisivo e la sua capacità di catalizzare consensi (e opposizioni). Il loro legame si è cementato sempre più, al punto che Musk ha deciso di scendere in campo al fianco di Trump. Ma se questa alleanza può suonare come un’epopea politica degna di un film hollywoodiano, c’è un piccolo problema: il mercato non ha apprezzato.

Un’idea geniale o il colpo di grazia per Tesla?

La politica è fatta di simboli e gesti e, si sa, Donald Trump non si tira mai indietro quando si tratta di grandi dichiarazioni. Dopo che Tesla ha visto un crollo in borsa del 15% a causa delle prese di posizione politiche di Musk, il tycoon ha deciso di intervenire nel modo più trumpiano possibile: comprando una Tesla! Sì, avete capito bene. Mentre molti proprietari del celebre marchio elettrico stanno vendendo le loro auto per protesta contro Musk, Trump ha pensato bene di fare l’esatto opposto e annunciare pubblicamente il suo acquisto. Strategia geniale? Difficile dirlo. Certo, i titoli sui giornali non mancano, ma la domanda resta: una Tesla marchiata MAGA è davvero quello di cui l’azienda aveva bisogno?

Da Tesla a “political statement”

Un tempo, Tesla era sinonimo di innovazione, sostenibilità e futuro. Era il sogno dell’America progressista e tecnologica, il marchio che portava le auto elettriche fuori dalle nicchie e dentro i garage della classe media. Poi, Musk ha deciso che il suo vero sogno non era solo vendere auto, ma anche entrare a gamba tesa nella politica americana. E con lui, Tesla ha smesso di essere solo un’azienda e ha iniziato a diventare un’icona politica.

Ora, invece di attirare acquirenti entusiasti della tecnologia elettrica, il marchio sembra sempre più una bandiera della destra trumpiana. Il problema? Il mercato delle auto elettriche è ancora dominato da consumatori progressisti e attenti alle questioni climatiche, gli stessi che oggi iniziano a guardare altrove, magari verso Rivian, Lucid o persino le nuove proposte elettriche di Ford e GM.

Trump salverà Tesla? O la affosserà del tutto?

Il problema non è solo di immagine, ma anche di numeri. Gli investitori di Tesla sono preoccupati: l’azienda rischia di perdere il suo appeal globale a causa della sovraesposizione politica del suo fondatore. Le vendite calano, il titolo in borsa precipita, e intanto Trump, con la sua consueta visione strategica (o forse semplicemente con l’istinto di chi adora stare al centro dell’attenzione), rilancia la posta in gioco con il suo acquisto simbolico.

Ma davvero il sostegno di Trump aiuterà Tesla? O rischia solo di peggiorare la situazione, trasformando definitivamente l’azienda di Musk in un marchio polarizzante e di parte? Le case automobilistiche di successo tendono a rimanere neutre, attirando clienti di ogni colore politico. Se Tesla diventerà il giocattolo preferito solo di una parte d’America, potrebbe trovarsi in guai ben più seri.

Musk e Trump, un matrimonio pericoloso

In sintesi, la nuova alleanza tra Musk e Trump è tutto fuorché una tranquilla passeggiata tra auto elettriche e discorsi motivazionali. Più Musk si avvicina alla politica, più Tesla rischia di perdere il suo status di azienda leader nel settore EV. E Trump, con il suo gesto simbolico, potrebbe aver aggiunto benzina (fossile!) sul fuoco.

Se il mercato dell’auto elettrica è il futuro, Tesla farebbe meglio a puntare sull’innovazione anziché su alleanze politiche che potrebbero renderla un marchio divisivo. Sempre che non sia già troppo tardi.