“Se telefonando..” Cronaca dell’attacco Usa annunciato

A U.S. Air Force B-1B Lancer bomber from the 34th Expeditionary Squadron flies a combat patrol over Afghanistan on Dec. 10, 2008. DoD photo by Staff Sgt. Aaron Allmon, U.S. Air Force. (Released)

Tra l’uccisione dei tre soldati americani alla “Torre 22”, in Giordania, e l’attacco statunitense di risposta avvenuto ieri notte sulle basi delle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria sono intercorsi sei giorni. Un’enormità di tempo rispetto alla rapidità con cui abitualmente si svolgono gli attacchi di ritorsione ad un’azione nemica. Questi sei giorni sono serviti all’Iran per esfiltrare i suoi alti funzionari dalle basi gestite dalla Guardia della Rivoluzione Islamica, situate nelle aree dove era facile prevedere sarebbe avvenuto lo strike americano; molte notizie – impossibili da verificare – erano giunte in questo senso nei giorni scorsi. Non soltanto, chi teneva gli occhi sulle fonti aperte ieri pomeriggio ha ricevuto la notizia che gli aerei della missione di attacco avevano preso il volo prima che questi ultimi colpissero le basi delle milizie.

Chi scrive ritiene ragionevole che questo fatto non sia dovuto alla particolare abilità di questo o quel giornalista bensì alla volontà americana di far filtrare la notizia, in modo da permettere agli iraniani di sgombrare le basi obiettivo dell’attacco. Il bilancio, ancora parziale, dei bombardamenti sembra andare in questo senso: 125 missili ad alto potenziale lanciati, sette siti colpiti, 85 obiettivi raggiunti e soltanto 18 vittime. Si direbbe che a far le spese dell’incursione statunitense siano stati soltanto i fantaccini di guardia a delle strutture in cui non era presente il personale. Tutto questo porta ragionevolmente a ritenere che l’Amministrazione Biden abbia fatto tutto quanto era in proprio potere per fare il meno male possibile alle risorse umane che l’Iran utilizza per gestire le milizie alleate. Da questo attacco statunitense arriva un messaggio: “Siamo disposti a molto pur di non entrare in uno scontro diretto con l’Iran”. Mentre scriviamo ci giunge notizia che la milizie filo-iraniane stanno già reagendo ad hanno attaccato la base aerea di al-Hareer in Iraq.
In merito all’utilizzo dei bombardieri B1-B da parte degli USA – notizia messa molto in evidenza dai media di oggi – dobbiamo dire che il loro utilizzo non rappresenta una novità assoluta. Questi bombardieri pesanti a lungo raggio di (creati a suo tempo come bombardieri strategici e poi modificati per l’uso di armi convenzionali) erano già stati utilizzati sia durante la Guerra del Kosovo che nel corso delle due Guerre del Golfo.

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