Proprietà Inter: Steven Zhang seguirà le orme di Erik Tohir?

L’Inter ha appena festeggiato il suo 20º scudetto, quello della seconda stella. Un trionfo storico per la società, i suoi dirigenti, l’allenatore, i calciatori, i tifosi ed ovviamente per la proprietà. In effetti, il presidente Steven Zhang, ancorché non abbia potuto assistere fisicamente a questo grande successo del suo club, ha tuttavia manifestato a più riprese la propria vicinanza a tutto lo staff dirigenziale ed ai calciatori, non facendo mancar loro il dovuto sostegno come confermato a più riprese dagli A.D. Marotta e Antonello. Nonostante ciò, proprio sulla “proprietà” della società nerazzurra aleggiano dubbi legati all’ormai prossima scadenza del prestito erogato a Suning da Oaktree nel maggio 2021.Molto è stato detto e scritto su ciò che potrebbe accadere dopo il 20 maggio prossimo (data di scadenza del prestito); si susseguono svariate indiscrezioni sul futuro della proprietà che al momento non sono state placate visto che allo stato non si registra alcuna presa di posizione ufficiale da parte di Suning.

Si è dapprima parlato di un possibile rifinanziamento con lo stesso fondo Oaktree per poi passare ad un “riscadenziamento” (o proroga) del prestito in essere (sempre con lo stesso fondo). Più di recente si è parlato di un nuovo finanziamento (di 400 milioni di euro) con attore il fondo californiano Pimco; finanziamento che avrebbe dovuto estinguere quello in essere con Oaktree, garantendo così a Zhang di restare in sella al club nerazzurro per altri tre anni. Sotto questo aspetto c’è chi ha prospettato che tale nuovo prestito (per il quale, a dire di diverse testate, mancherebbe solo l’ufficialità) non sia comunque fine a se stesso ma strumentale rispetto ad un’ineluttabile vendita del club però ad un prezzo migliore alla luce dei nuovi introiti che saranno nel frattempo generati dalla partecipazione al mondiale del club e soprattutto dal progetto “stadio”.Taluno si è spinto a sostenere che Pimco (fondo che comunque non ha nel suo “core business” questo tipo di operazioni) potrebbe essere il veicolo utilizzato da qualcuno dei suoi “ricchi” investitori per acquisire il club milanese. In particolare, il Sole24ore ha parlato di una cordata di matrice saudita, la quale sarebbe in fase di due diligence (circostanza, questa, che comunque stride con la due diligence già asseritamente terminata dal fondo statunitense, in quanto non si comprenderebbe la ragione di espletarne un’altra visto che Pimco agirebbe per i Sauditi).A smorzare però le indiscrezioni su un accordo già concluso col fondo “Pimco” ci ha pensato l’autorevole testata “Bloomberg”, la quale lo ha smentito, aggiungendo che esso potrebbe addirittura non concretizzarsi.

In definitiva, la verità è che resta al momento del tutto priva di risposta la domanda su chi sarà proprietario dell’Inter dopo la fatidica data del 20 maggio prossimo. A tal proposito, non si può però sottacere il fatto che Zhang continui imperterrito a ribadire la sua permanenza nel club e nella carica presidenziale (come in occasione dell’intervista concessa a Sky durante il gran premio della Cina a Shangai); allo stesso modo non può passare inosservato come Marotta abbia recentemente affermato (stavolta a chiare lettere) che Zhang resterà, aggiungendo perfino che a breve verrà diramato un comunicato in merito dalla stessa proprietà. Proprio questa grande determinazione del presidente nerazzurro (che ha seccamente smentito ogni ipotesi di cessione del club e che mal si concilierebbe con un addio imminente del medesimo) ci induce a pensare che in effetti egli possa aver raggiunto un accordo per restare nel club. È plausibile, infatti, ritenere che sia stato già raggiunto un accordo tra Suning ed Oaktree in base al quale il fondo a stelle e strisce lascerebbe a Zhang un pacchetto azionario di minoranza.

D’altronde ciò sarebbe possibile in quanto previsto dal famoso documento di Hong Kong, a tenore del quale il fondo americano, avviata l’escussione, anziché corrispondere al gruppo di Nanchino il residuo ad esso dovuto a seguito della perizia (al netto dei debiti del club meneghino e di quanto ad esso spettante) è facoltizzato a lasciare a Suning un pacchetto azionario corrispondente all’importo da versargli.Poiché appare impensabile che a 20 giorni dalla scadenza del prestito le parti stiano ancora trattando per il rifinanziamento o la proroga (anche se, va detto, proprio l’A.D. Antonello ha stranamente affermato, ai microfoni di Sky, nel corso della festa scudetto, che le negoziazioni sarebbero tuttora in corso) appare ragionevole pensare che un accordo debba, in realtà, essere già stato trovato (ciò giustificherebbe, d’altronde, l’assoluta tranquillità del presidente nerazzurro). Una soluzione come quella qui prospettata sarebbe peraltro conveniente sia per Oaktree che per Zhang.Il fondo californiano eviterebbe in tal modo di dover corrispondere a Suning il residuo dovutogli nel caso di appropriazione totale del club e potrebbe tra qualche anno monetizzare al meglio il suo investimento vendendo la propria partecipazione azionaria dopo aver realizzato lo stadio, il quale diventerebbe in tal modo un asset concreto e non virtuale, come tale idoneo a far crescere esponenzialmente il valore della società meneghina.

Zhang, dal canto suo, resterebbe nell’Inter (magari mantenendo la carica di Presidente) replicando quanto avvenuto ai tempi di Erik Tohir. Lo stesso potrebbe approfittare della futura crescita economica del club e della realizzazione dello stadio (che molto difficilmente potrebbe costruire con le proprie risorse a causa dei capitali che vanno comunque profusi per la sua edificazione – il Milan ha già speso 40 milioni di euro in tal senso – e delle necessarie garanzie che occorrerebbe fornire) per poi poter anch’egli monetizzare al meglio vendendo la propria quota così rientrando (se non del tutto quantomeno parzialmente) delle perdite economiche fin qui lasciate sul campo. Sarà quindi questo lo scenario dopo il 20 maggio? È certamente un’ipotesi; sicuramente, però, è tra quelle teoricamente plausibili e che guarda con concretezza a ciò che potrebbe accadere, al di là, quindi, di quelle voci che, ad oggi, tra fantomatici acquirenti e fondi disposti al rifinanziamento, si sono rivelate infondate e che comunque continueranno inevitabilmente ad auto-alimentarsi fin quando questo capitolo non sarà definitivamente chiuso.

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