Marsiglia nella morsa della criminalità

Marsiglia è una città dotata di fascino, cinematografico e anche criminale. Il marsigliese ha una così forte identità che va al di sopra della propria origine culturale o religiosa. Il milieu italo-corso-marsigliese ha sempre gestito con numerosi scontri interni il malaffare, ma oggi la situazione è più complessa e frammentata. Studiare quanto succede a Marsiglia è molto importante per la geopolitica narcomafiosa perché Marsiglia ha un porto in asse con la Corsica, Genova, Livorno e Napoli e le banlieu gemellate con le periferie milanesi.

A Marsiglia quindi si spara e si è sempre sparato, oggi più che mai

Nel momento in cui scrivo nel 2023 i morti ammazzati in scontri ed agguati ammontano a 39. Più di tutto il 2022. Una delle armi più usate, che a Marsiglia abbonda, è il kalashnikov. I killer e le vittime son sempre più giovani, spesso minorenni. Ma quale situazione abbiamo quindi oggi e i gruppi criminali che agiscono chi sono? In questo momento il caos è favorito dalla presenza in contemporanea di più soggetti criminali negli ultimi venti anni.

In primis esiste ancora ciò che resta del banditismo corso marsigliese dedito agli affari tradizionali ed ai rapporti con i narcos sudamericani ma che han lasciato la piazza dello spaccio ad altri gruppi violenti ed in guerra per il controllo del territorio. Il periodo 2005-2016 è stato caratterizzato dallo scontro con decine di morti tra i “blacks” provenienti, spesso ma non solo, dalle Isole Comore ed i “gitans”. Il periodo successivo vede, con un tasso di violenza altissimo, lo scontro tra i cosiddetti “yoda” e la “dz mafia”, con quest’ultima che si ispira alla mocro maffia belga ed olandese. Ne vedremo delle belle, perché la storia criminale c’insegna che nel traffico di droga non esistono dei vuoti di potere. Indebolito un clan ne viene fuori un altro oppure ne ritorna un vecchio.

Marsiglia chiusa in una cappa di violenza

Marsiglia merita di più ed ha enormi potenzialità inespresse chiusa com’è nella cappa della violenza. Bisogna intervenire colpendo da un lato il fascino criminale e dall’altro il degrado sociale. Sono in arrivo giustamente le forze speciali ma senza una forte azione sociale, senza una polizia di prossimità la situazione è complessa e difficile da recuperare visto che dal 2010 sono stati commessi circa 250 omicidi oltre a decine di sparatorie e ben 1100 spacciatori arrestati nel 2023. Lo Stato francese quindi c’è, anche se dovrebbe esserci di più, ma la narcocriminalità organizzata pure e va sconfitta e non è cosa facile.

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