L’inflazione negli Stati Uniti continua a rallentare

L’inflazione negli Stati Uniti continua a rallentare, ma i tassi sono destinati a rimanere “higher for longer”

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm*

L’inflazione complessiva negli Stati Uniti è passata dal 3,2% su base annua di ottobre al 3,1% di novembre, mentre l’inflazione core è rimasta stabile al 4%: entrambi i dati pubblicati oggi si sono rivelati in linea con le attese del mercato. Il leggero calo dell’inflazione è da ricondurre soprattutto all’allentamento delle pressioni sui prezzi dell’energia, scesi del 5,4% su base annua. Le rilevazioni di oggi non dovrebbero influenzare sensibilmente la percezione dei mercati sulle prossime mosse di politica monetaria della Fed, che si prevede manterrà ancora invariati i tassi d’interesse nel corso della riunione di domani. In particolare, con l’inflazione core al 4%, ad oggi non sussistono i presupposti per un taglio anticipato dei tassi da parte della banca centrale statunitense.

Gli Stati Uniti, inizialmente in notevole vantaggio nella lotta all’inflazione, si trovano ora in seconda posizione rispetto all’Europa che, con un’inflazione al 2,4%, è la più vicina al target del 2% stabilito dalle banche centrali. A chiudere la classifica resta il Regno Unito, con il livello dei prezzi al 4,6% in ottobre. I prossimi dieci giorni saranno densi di appuntamenti macro, con le riunioni di politica monetaria di Fed, BoE e BCE, seguite dalle letture sull’inflazione di Eurozona e Regno Unito la prossima settimana.

*Richard Flax è Direttore degli Investimenti di Moneyfarm dal 2016 ed è responsabile di tutti gli aspetti della costruzione e della gestione dei portafogli Moneyfarm. Precedentemente ha lavorato a Londra come analista azionario e gestore a PIMCO e Goldman Sachs Asset Management, nonché come analista obbligazionario presso Fleming Asset Management. Ha iniziato la sua carriera nel settore finanziario a metà degli anni ’90 nel team di economia globale di Morgan Stanley a New York. Ha conseguito una laurea in Storia presso l’Università di Cambridge, una laurea magistrale in Relazioni Internazionali ed Economia presso la Johns Hopkins University e un MBA presso la Columbia University Graduate School of Business.

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