Bullet train

Su un treno giapponese ad altissima velocità viaggia un gruppo di sicari con missioni diverse. Gli assassini non sanno che tutte le loro istruzioni fanno parta di una vendetta. Durante il viaggio le personalità pasticcione e inconsapevoli verranno a galla svelando il mistero. Da un killer sfortunato a una ragazzina mitomane, passando per una coppia di fratelli dal grilletto facile sulla strada verso Kyoto gli scontri, sempre più intensi, porteranno a un finale inaspettato.

Bullet train è un film del 2022 diretto da David Leitch. Tratto dal romanzo “I sette killer dello Shinkansen” di Kotaro Isaka il lavoro crea un’atmosfera di multiculturalità, dove personaggi in stile Tarantino si alternano sulla scena in micro episodi di ritmo e ironia. La violenza non manca ma è del genere fotocopia di media fattura, sovrastata da dialoghi in stile anni 90 dall’effetto esaurito. La presenza di star quali Pitt o Michael Shannon non attenua un risultato che difficilmente arriva alla serie B. Preoccupati di rendere il prodotto internazionale, gli autori si sono limitati a escludere totalmente un corpo narrativo rimpiazzandolo con gag mediocri e spesso incomprensibili.

Il ritmo c’è ma non basta a far digerire la lunghezza di un prodotto compiaciuto da salti temporali degni del piccolo schermo. Guardando Bullet si ha la sensazione di qualcosa messa insieme un tanto al kilo e con l’occhio attento agli incassi. La confusione di personaggi, che non smettono mai di parlare, elimina completamente qualsiasi empatia trasformando lo spettatore in un perfetto estraneo privo d’interesse verso la vicenda. L’utilizzo stesso del McGuffin ha poca importanza per svelare le personalità dei sicari. Il film ricorre allora a dialoghi infiniti fornendo particolari di vite pressoché inutili.

La sceneggiatura sembra quella di un brutto film, le scene d’azione sono confuse e annegate di battute idiote, i personaggi ripetitivi e poco profondi e si potrebbe continuare. Il quadro che esce da Bullet è di film ottimo per gli incassi ma di un genere le cui qualità attrattive caleranno presto.