
Luciana Littizzetto, durante una delle sue consuete “letterine” a Che tempo che fa, ha espresso un giudizio tranchant sulle capacità belliche italiane, affermando che “facciamo cagarissimo a combattere”. Un commento ironico? Forse. Ma che ha sollevato un’ondata di critiche, soprattutto da parte di chi riconosce l’impegno e il sacrificio dei nostri militari.
Non è la prima volta che il soldato italiano viene dipinto con stereotipi poco lusinghieri. Eppure, la nostra storia racconta altro. Se è vero che la Seconda guerra mondiale si è conclusa con una sconfitta, è altrettanto vero che l’Italia ha scritto pagine di eroismo in altre circostanze, come nella Prima guerra mondiale e nelle missioni all’estero.
Il generale Bertolini: “Nessuna spontaneità in quelle parole”
Tra le voci critiche, spicca quella del generale Marco Bertolini, che ha definito il commento della Littizzetto “tutt’altro che spontaneo”. Secondo lui, il discorso della comica rientra in una narrazione che da tempo sminuisce l’identità militare italiana, forse per sostenere la creazione di un esercito europeo a discapito di quello nazionale.
“La parolaccia,” sottolinea Bertolini, “è un espediente che funziona sempre per strappare un applauso facile. Ma dietro questa ironia si nasconde il solito disprezzo per il nostro Esercito, per la nostra storia e per il sacrificio di chi ha combattuto.”
L’indignazione del pubblico: un insulto ai nostri militari?
Le parole della Littizzetto hanno generato una vera e propria rivolta sui social. Molti utenti hanno interpretato la sua affermazione come un insulto gratuito verso chi indossa la divisa con dedizione. “La Littizzetto che dice ‘facciamo cagare’ è un’offesa a chi serve l’Italia con onore”, ha scritto un utente su X (ex Twitter). Un altro ha aggiunto: “Ridicolizzare l’Esercito per fare satira è irrispettoso”.
Non si tratta solo di un’uscita infelice, ma di un messaggio che rischia di far passare in secondo piano il ruolo e il valore delle nostre Forze Armate, impegnate in missioni pericolose in tutto il mondo.
Il valore dimenticato dei nostri soldati
La narrativa del soldato italiano incapace di combattere non regge alla prova dei fatti. Le guerre di indipendenza, la resistenza nella Prima guerra mondiale dopo Caporetto, le missioni internazionali in contesti difficili dimostrano il contrario. Dietro ogni uniforme ci sono uomini e donne che hanno giurato di difendere il Paese, spesso pagando con la vita.
Come sottolinea il generale Bertolini, probabilmente anche tra gli antenati della Littizzetto c’è stato un soldato che ha combattuto per l’Italia. Forse ha perso un arto in battaglia, forse è caduto sul campo. Eppure, oggi il suo sacrificio viene deriso in nome di una battuta.
Rispetto e memoria dovrebbero essere la base di qualsiasi discorso sul nostro Esercito. Perché chi ha servito l’Italia, ieri come oggi, merita ben più di una battuta sarcastica.