Su queste stesse pagine, due giorni fa, avevamo ipotizzato che l’esercito israeliano stava compiendo più manovre a tenaglia per isolare alcune zone della Striscia di Gaza. Quanto accaduto nelle ultime ore sembra dare conferma di quanto si prevedeva. A nord ovest di Gaza-città le truppe israeliane che sono penetrate nel quartiere di Jabalia si sono incontrate con quelle provenienti dalla Barriera di divisione che sono scese verso sud attraversando l’insediamento di Izbat Beit Hanoun; in questo modo l’estesa area a nord ovest della Striscia, quella di Beit Lahia, è rimasta totalmente o quasi totalmente isolata dal resto degli insediamenti. A nord di Jabalia l’area dell’Ospedale Indonesiano è stata infine messa sotto controllo da Tsahal; le truppe con la Stella di Davide hanno anche attaccato la zona delle Scuole Femminili Superiori e sembrano essersi successivamente ritirate da questo importante complesso edilizio che, dalle immagini satellitare visionate, pare essere stato distrutto.
Nella zona sud della città di Gaza, abbiamo una seconda manovra accerchiante nel distretto di Shejaiya. Qui l’attacco israeliano ha portato all’isolamento dei miliziani di Hamas in due sacche di resistenza, – forse ancora unite da un esile corridoio di comunicazione – che ora sono totalmente circondate. La prima si estende alle spalle della Chiesa di San Porfirio, la seconda sacca corrisponde all’incirca al distretto di Kuba.
La terza – e doppia – manovra accerchiante, è avvenuta nel sud della Striscia, e riguarda l’area a nord-est di Khan Younis. Le penetrazioni delle colonne di truppe israeliane partite dalla Barriera di divisione – la prima, che ha percorso Kissufim road, e l’altra, che correndo in parallelo più a sud ha attraversato l’insediamento di Abasan el Jadida – hanno raggiunto la verticale che si snoda lungo via Salah el Deen. In questo modo l’esercito israeliano ha formato un rettangolo che isola completamente l’area di Jarara.
Una successiva manovra avvolgente, poco più a sud, ha quasi completamente circondato l’insediamento di Bani Suheila, posto subito a nord est della città di Khan Younis.
Le aree che l’esercito di Israele ha isolato – Beit Lahia, nel nord della Striscia, e Jarara, a sud – hanno in comune il fatto di avere una densità abitativa minore rispetto alla fitta edilizia residenziale delle città di Gaza e di Khan Younis. Sembrerebbe che l’esercito israeliano si stia concentrando nelle zone dei centri cittadini (le “Kasbah” di Gaza e Khan Younis) – dove è più probabile che si estendano i tunnel e dunque le strutture logistico-militari di Hamas – lasciando per ora ad un momento successivo il compito di prendere il controllo delle altre aree della Striscia di Gaza.
Sugli altri fronti, mentre si intensificano gli scontri tra Israele ed Hezbollah sul confine con il Libano, e si contano ormai più di 80 attacchi alle basi americane in Iraq e Siria, la situazione di maggiore crisi si concentra sugli attacchi navali degli Houti filo-iraniani nei pressi degli Stretti di Bab el Mandeb. Ieri gli Houti hanno attaccato con droni una nave cisterna norvegese diretta in italia che percorreva gli Stretti, rilasciando poi un comunicato che indicava la loro decisione di imporre un blocco navale al porto israeliano di Eilat, sul Mar Rosso. Al di là della guerra in corso non appare possibile lasciare nelle mani di Teheran gli Stretti di Hormuz e nelle mani dei suoi alleati di Ansar Allah quelli di Bab el-Mandeb: questo rappresenta un problema enorme per il traffico internazionale via nave. Lunedì la Casa Bianca ha annunciato di aver intrapreso dei colloqui con i propri partner per costituire una task force marittima congiunta che protegga la navigazione mercantile nel Mar Rosso. Vedremo come si svilupperà anche questa situazione.
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