Cessate il fuoco delle parole lo diciamo noi a chi continua ad accusare Israele di crimini di guerra e genocidio, con slogan basati sulla nazionalità e sulla fede, dando credito solo alla propaganda di Hamas e nuova vita a pregiudizi che speravamo estinti”. Lo dichiara la presidente dell’UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane) Noemi Di Segni da Cracovia dove partecipa a un viaggio organizzato assieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito con un gruppo di studenti italiani. In Polonia “per comprendere cosa significhi studiare la Memoria in modo rispettoso e coerente con la tragedia della Shoah”.
La violenza di ieri alla fiera Vicenzaoro, riprende Di Segni, “è stata un’aggressione avvenuta in un clima di irresponsabile legittimazione dell’odio, di distorsione e abuso di concetti e principi costituzionali. E così, nell’Italia che si avvia alla celebrazione del Giorno della Memoria il prossimo 27 gennaio, con la campagna elettorale per le Europee già iniziata, parte la caccia all’ebreo-israeliano o all’israeliano-ebreo. E questo dopo lo sdoganamento del saluto romano.
Due gesti violenti – l’ostentazione del saluto romano e la caccia all’ebreo – protetti dalle libertà costituzionali mentre a rischio diventa la vita di chi cammina con la kippah sulla testa o una stella di Davide al collo, chi partecipa a una fiera, o prosegue una ricerca accademica in alcuni atenei dove l’odio antisionista prevale.L’UCEI fa appello a tutti gli schieramenti politici, a chi insegna all’università o nelle scuole affinché cessi la violenza verbale, un assist al terrorismo e allo squadrismo di centri sociali o di neofascisti, in nome della solidarietà con un popolo e una terra che non conoscono per nulla. Che vengano qua in Polonia, nella terra dello sterminio fatto fabbrica, prima di organizzare manifestazioni e cortei”.