Dazi, armi e terre rare: il prezzo che Trump vuole far pagare all’Ucraina

Gli USA vogliono il conto: 500 miliardi in terre rare per sostenere Kiev

L’amministrazione Trump si sta muovendo con decisione sullo scacchiere internazionale, e l’Europa si trova ancora una volta a dover rispondere alle richieste di Washington. Il presidente Donald Trump ha chiarito senza mezzi termini la sua visione della guerra in Ucraina e della posizione degli alleati europei, spingendoli ad acquistare più armi americane per sostenere Kiev nei negoziati con Mosca. Una mossa che, secondo Reuters, potrebbe rafforzare la posizione dell’Ucraina nei futuri colloqui di pace, ma che al tempo stesso segna una pressione sempre più forte sugli alleati storici degli Stati Uniti.

Il piano per il supporto militare

Il piano di Trump, se portato a termine, garantirebbe a Kiev un ulteriore supporto militare, ma solleva interrogativi sulle vere intenzioni dell’ex presidente. L’Europa sarà ancora una volta chiamata a scegliere tra il proprio equilibrio geopolitico e il diktat americano, rischiando di ritrovarsi ancora più vincolata alle strategie di Washington. La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco sarà teatro di discussioni cruciali su questo tema, con il tenente generale in pensione Keith Kellogg che si occuperà di negoziare possibili accordi sugli armamenti con gli alleati europei.

I dazi sull’acciaio per l’Ucraina

Ma le mosse di Trump non si fermano qui. In un gesto che segna un drastico cambio di rotta rispetto all’amministrazione Biden, il tycoon ha deciso di includere l’Ucraina nella lista dei Paesi colpiti dai dazi del 25% sull’acciaio. Una decisione che contraddice la linea tenuta dal suo predecessore, che aveva volutamente esentato Kiev dalle tariffe per non gravare ulteriormente su un’economia già messa in ginocchio dalla guerra. Una scelta che rischia di mettere a dura prova le capacità economiche dell’Ucraina e che potrebbe spingere il governo di Zelensky a rivedere i suoi piani per il futuro.

La richiesta di terre rare

Trump, però, non si accontenta di giocare solo sulla questione degli armamenti e dei dazi. In un’intervista a Fox News, il presidente ha esplicitamente dichiarato di voler ottenere un risarcimento dall’Ucraina per gli aiuti americani inviati fino a oggi. Secondo le sue stime, gli Stati Uniti avrebbero sostenuto Kiev con un supporto finanziario tra i 300 e i 350 miliardi di dollari, rispetto ai circa 100 miliardi garantiti dall’Europa. E per questo, Trump pretende l’equivalente di 500 miliardi di dollari in terre rare. “Ho detto loro che dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questi soldi”, ha affermato senza mezzi termini. Una dichiarazione che suona come un ultimatum a Kiev, mettendo in dubbio la genuinità dell’appoggio americano al Paese in guerra.

Il futuro incerto dell’Ucraina

Ma il passaggio più clamoroso arriva sempre da Fox News, dove Trump ha lasciato intendere che il destino dell’Ucraina potrebbe non essere più in mano agli ucraini stessi. “Potrebbero fare un accordo, e potrebbero non farlo. Potrebbero essere russi un giorno, o potrebbero non esserlo”, ha detto l’ex presidente, lasciando intendere che, sotto una sua eventuale nuova amministrazione, l’America potrebbe non opporsi con la stessa fermezza a una possibile espansione russa. Un’affermazione che mette in allarme non solo l’Ucraina, ma tutto il blocco europeo, preoccupato per una nuova possibile destabilizzazione della regione.

Quale futuro per l’Europa?

Le parole e le azioni di Donald Trump delineano una strategia chiara: una politica estera più aggressiva, con pressioni economiche su Kiev, richieste sempre più stringenti agli alleati europei e un’apertura alla possibilità che l’Ucraina possa non restare indipendente. La sua visione di un’America meno coinvolta direttamente ma più interessata ai profitti e al ritorno economico degli aiuti militari getta ombre inquietanti sul futuro dell’Europa orientale. Mentre il mondo osserva con apprensione, la domanda che resta è una sola: quale sarà il prezzo che l’Ucraina e l’Europa dovranno pagare per assecondare le nuove ambizioni di Trump?