
Le proteste in Serbia contro il governo Vučić si intensificano, e un episodio controverso alimenta la tensione: secondo alcune testimonianze, sarebbe stato usato un “cannone sonico” per disperdere i manifestanti. Il governo nega, ma l’UE chiede un’indagine. Ecco tutto quello che sappiamo finora.
La protesta silenziosa in Serbia e quel suono assordante
Sabato 15 marzo, Belgrado è stata teatro della più grande manifestazione nella storia recente della Serbia. Più di 300.000 persone si sono radunate per protestare contro la corruzione e commemorare le 15 vittime del crollo della tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad.
Per 15 minuti, il silenzio ha dominato la piazza, in un momento di raccoglimento. Tuttavia, all’improvviso, un suono acuto, forte e persistente ha spezzato la quiete. Un’onda d’aria compatta ha travolto i presenti causando panico. I manifestanti si sono dispersi in pochi secondi, con alcuni che hanno riportato sintomi come nausea, vertigini e mal di testa. “Era come il rombo di un motore da corsa,” ha raccontato il 43enne Ivan Vasic alla BBC. Altri hanno riferito di aver perso temporaneamente l’udito. Alcuni hanno percepito un fischio costante anche ore dopo l’evento.
Sui social sono diventati virali video dell’accaduto, e dalle analisi dei filmati emergono segni compatibili con l’uso di un dispositivo sonoro ad alta intensità. Tuttavia, le autorità non hanno confermato ufficialmente l’impiego di un’arma sonora. Un dispositivo militare in possesso della Serbia, come il “cannone sonico”.
Serbia: cos’è un cannone sonico e come funziona?
Il dispositivo al centro delle polemiche è il Long Range Acoustic Device (Lrad), noto anche come “cannone sonico” o “cannone acustico”. Si tratta di una tecnologia sviluppata inizialmente per scopi militari e di sicurezza, capace di emettere onde sonore direzionali ad alta intensità.
Il Lrad può produrre suoni fino a 3100 Hertz e raggiungere una potenza di oltre 160 decibel, una soglia ben al di sopra del livello di sicurezza per l’udito umano. L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera pericolosi i suoni superiori agli 80 decibel, mentre la soglia del dolore è intorno ai 120 decibel. L’utilizzo di un’arma sonora simile può quindi provocare danni permanenti all’udito, forte disorientamento, nausea e persino collassi fisici.
Questa tecnologia è stata utilizzata in diversi contesti nel mondo, in particolare negli Stati Uniti per il controllo delle folle durante le proteste. Tuttavia, il suo impiego in Serbia sarebbe illegale, il che rende ancora più gravi le accuse mosse contro le autorità.
Le reazioni internazionali e la risposta del governo
Le autorità serbe, inclusi il ministero della Difesa e quello degli Interni, hanno negato fermamente di aver impiegato un cannone sonico durante la protesta. Il presidente Aleksandar Vučić ha dichiarato che le accuse sono “un’invenzione dell’opposizione” e ha accusato i manifestanti di voler destabilizzare il Paese con false informazioni.
Tuttavia, la Commissione Europea ha chiesto un’indagine “rapida, trasparente e credibile” per fare chiarezza sull’accaduto. La richiesta dell’UE arriva in un contesto già teso tra Bruxelles e Belgrado, con la Serbia sotto osservazione per le sue politiche interne e il rispetto dei diritti umani.
Parallelamente, il caso ha attirato attenzione a livello globale grazie a una petizione online che ha superato le 500.000 firme in pochi giorni. Gli attivisti chiedono un’indagine indipendente e l’eventuale responsabilità delle forze di sicurezza serbe nell’uso di tecnologie per la dispersione della folla.
Esistono precedenti per l’uso di armi sonore?
L’uso di dispositivi acustici per il controllo della folla non è una novità a livello internazionale. Negli Stati Uniti, il Lrad è stato impiegato dalla polizia in diverse occasioni, tra cui le proteste di Ferguson nel 2014 e le manifestazioni del movimento Black Lives Matter nel 2020. In entrambi i casi, il suo utilizzo ha sollevato polemiche e denunce per violazione dei diritti umani.
Anche in Europa si sono registrati episodi simili: in Germania e in Francia sono stati sperimentati dispositivi sonori a bassa intensità per disperdere gruppi di manifestanti, sebbene con effetti meno invasivi rispetto a quelli denunciati in Serbia.
Nel caso di Belgrado, resta da determinare se sia stato effettivamente utilizzato un Lrad o un dispositivo simile, e se il suo uso fosse autorizzato. La legge serba vieta l’impiego di armi acustiche per il controllo della folla, il che potrebbe portare a conseguenze legali qualora le accuse venissero confermate.
Quali saranno i prossimi sviluppi?
Si attende il responso ufficiale dell’inchiesta annunciata dal governo serbo. Tuttavia, il dibattito sull’uso della forza da parte delle autorità durante le manifestazioni rimane acceso, e la pressione internazionale potrebbe influenzare l’esito delle indagini.
L’opposizione serba continua a chiedere trasparenza e responsabilità, mentre i cittadini attendono risposte su quanto accaduto il 15 marzo a Belgrado. Se le indagini dovessero confermare l’uso del cannone sonico, il caso potrebbe avere ripercussioni anche sulla posizione della Serbia nei confronti dell’Unione Europea.