
Il contesto giudiziario e perizia psichiatrica su Alessia Pifferi
Dopo la decisione della Corte d’Appello del 10 febbraio di disporre una nuova perizia psichiatrica, è stata notificata un’importante comunicazione legale. Richiesta fatta dalla difesa e osteggiata in primo grado dal pubblico ministero Francesco De Tommasi. Le parti in causa, ovvero l’avvocata difensore di Pifferi, Alessia Pontenani, e l’avvocato della madre e della sorella dell’imputata, Emanuele De Mitri, sono stati informati il 19 febbraio dell’inserimento nel fascicolo di primo grado della copia degli atti relativi a un’inchiesta parallela sulle psicologhe coinvolte nel caso.
L’inchiesta parallela e le accuse alle psicologhe
L’inchiesta in questione riguarda l’operato delle professioniste che hanno seguito Pifferi nel carcere di San Vittore. Secondo l’accusa, alcune psicologhe avrebbero indebitamente influenzato i risultati dei test psicologici effettuati sulla detenuta, con l’intento di favorirla. Sono ipotizzati reati come “favoreggiamento”, “false attestazioni all’autorità giudiziaria” e “concorso in falsa testimonianza”, che coinvolgerebbero anche la legale di Pifferi e il consulente psichiatrico della difesa.
Il processo d’appello e le nuove perizie
Nel frattempo, il processo d’appello continua, con un focus sulla capacità di intendere e volere della donna al momento del delitto. Il tribunale ha incaricato nuovi esperti per effettuare accertamenti psichiatrici: lo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, la neuropsicologa Nadia Bolognini e il neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni. Anche la Procura generale ha designato le proprie esperte, la psichiatra Patrizia De Rosa e la psicoterapeuta Valentina Crespi. Gli esami, che inizieranno il 26 marzo, dovranno concludersi entro 90 giorni, con la consegna delle relazioni entro l’estate 2025.
Scontro sull’acquisizione degli atti
Uno dei punti più controversi emersi in aula riguarda l’acquisizione degli atti dell’inchiesta sulle psicologhe. L’avvocato De Mitri ha chiesto di includerli nel processo, ma la Procura generale si è opposta, sostenendo che fossero irrilevanti e presentati in ritardo. La Corte ha accolto l’opposizione, ritenendo che la prima perizia, condotta dall’esperto Elvezio Pirfo, fosse sufficiente a confermare la capacità di intendere e volere di Pifferi, nonostante la diagnosi di alessitimia.