Absolute Stravinskij. Un grande esecutore per un grande musicista.

Successo alla Iuc di Roma per Antonio Ballista con un concerto dedicato a Igor Stravinskij nel ricordo dei cinquanta anni dalla scomparsa

iuc ballista
Un momento del concerto del 12 ottobre all'Aula Magna della Sapienza. Foto Federico Priori e Andrea Caramelli.

Absolute Stravinskij è il titolo di un “progetto” che l’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) di Roma ha dedicato ad Igor Stravinskij, eseguito il 12 ottobre all’Aula Magna della Sapienza. E’ stato così celebrato il cinquantesimo anniversario della morte di uno dei compositori tra i grandi del ‘900. Proposto un programma di composizioni meno note di Stravinskij curate dall’arte ecclettica di Antonio Ballista per l’occasione pianista e direttore. Lusinghiero successo di pubblico grazie anche alla partecipazione straordinaria di Bruno Canino.

 

Absolute Stravinskij. Un inusuale programma di raffinati capolavori

La caratteristica principale di questo concerto è stata quella di celebrare un grande musicista tramite composizioni di rara esecuzione. Come accade spesso, dall’ascolto di brani di questo tipo è apparsa con maggior chiarezza la grandezza del compositore.

Antonio Ballista, musicista di straordinaria esperienza e sensibilità musicale, ha scelto un programma di musiche rappresentative di un largo periodo della vita di Stravinskij. Le composizioni riguardavano un periodo compreso tra il 1917 e il 1964 per una serata modellata per farci comprendere come, in definita, Igor Stravinskij sia nell’insieme poco conosciuto.

Fanfare for a New Theatre per due trombe ha aperto la serata donandole quel senso di solennità necessaria. Scritto nel 1964 e con poco più di 30 secondi di musica inaugurò il 19 aprile 1964 il New York State Theater sede del New York City Ballet. Gli altri brani eseguiti, che indicheremo in ordine temporale di composizione, partivano dal 1917 con il delizioso Valse pour les petits lecteurs de Figaro. Dedicato ad esecutori alle prime armi si contrappone al Piano Rag Music per pianoforte del 1919 con il musicista russo attratto dalle ‘nuove’ sonorità jazzistiche. Del periodo 1922-1923 è l’Ottetto per fiati per un organico formato da flauto, clarinetto, due fagotti, due trombe e due tromboni ma di derivazione squisitamente contrappuntistica.

iuc due
Il pianista Antonio Ballista durante il concerto del 12 ottobre alle IUC. Foto di Federico Priori e Andrea Caramelli.

Absolute Stravinskij. Gli altri brani in programma

Di grande spicco nel programma il Concerto per due pianoforti del periodo 1931-1935 con il quale Stravinskij diede nuova linfa a questo tipo di composizione. Infatti due pianoforti solisti erano usati per lo più per uso ‘domestico’; qui, invece, i due strumenti sono in piena sintonia tra loro ed usati come tastiera unica con risultati sonori di straordinaria densità musicale.

Poi il Concerto in mi bemolle maggiore per orchestra da camera, detto Dumbarton Oaks, del periodo 1937-1938. Ha le caratteristiche di musica d’occasione, il suo nome deriva infatti da una tenuta nel distretto americano di Columbia di Robert Woods Bliss che aveva commissionato l’opera ma è basata su una solida struttura contrappuntistica che la rende tra le più affascinanti del compositore russo. Elemento che emerge con maggior chiarezza nella versione originale per orchestra da camera, utilizzata per questo concerto alla Iuc. Concludevano l’ampio viaggio nello Stravinskij camerista, il Tango per pianoforte del 1940, prima composizione dello Stravinskij ’americano’, brevissima, ma dai riflessi quasi jazzistici e il Concertino per 12 strumenti del 1952, anche se nato nel 1920 come quartetto d’archi. Qui ci troviamo di fronte ad uno spessore strumentale più robusto dove aleggiano con decisione alcuni ‘riflessi’ ritmici dell’Histoire du soldat.

 

Antonio Ballista esecutore straordinario ed elegante.

Un programma, quindi, variegato e affascinante al quale Antonio Ballista ha dato il giusto impulso sia ai brani squisitamente pianistici sia a quelli di carattere orchestrale tutti eseguiti con straordinaria eleganza. Una esecuzione nella quale è apparsa con forza la ‘visione’ che lo stesso Ballista ha spesso enunciato nei confronti della produzione stravinskiana, elemento che può essere considerato il ‘fil rouge’ dell’esecuzione. Secondo il pianista il compositore russo va ascoltato al di fuori degli schemi accademici, steccati imposti dalla critica. Occorre, invece, ascoltare “… la musica per come è, senza condizionamenti accademici, culturali o ideologici…” ma con grande attenzione.

iuc 3
Antonio Ballista e Bruno Canino nell’esecuzione del Concerto per 2 pianoforti. Foto di Federico Priori e Andrea Caramelli.

Una esecuzione complessiva di grande rilievo, per la quale va ricordata anche la speciale partecipazione del pianista Bruno Canino per il Concerto per 2 pianoforti con il quale si è rinnovata quella ‘simbiosi’ artistica che ha caratterizzato i due artisti in più di sessanta anni di carriera.

Per la riuscita del concerto non si può trascurare la prova dell’Ensemble Novecento e Oltre. Formazione nata alle soglie del 2000 da un’idea di Antonio Ballista, ne asseconda con efficacia la sua visione artistico-musicale come è avvenuto anche durante questa splendida serata di musica per la stagione della Iuc.

Grande e caloroso successo al termine del concerto decretato da un pubblico ancora falcidiato numericamente dalle disposizioni anti-covid ancora in essere nel mondo universitario nonostante le riaperture totali di tutte le altre sale da concerto. Applausi lunghi, conviti e festosi per un gradimento illimitato al quale ci associamo.