
La Stagione dei Concerti 2021-2022 dell’Università di Tor Vergata è partita il 13 ottobre con un concerto molto applaudito dal pubblico. Con la direzione di Fabio Maestri e l’Orchestra Roma Sinfonietta un interessante programma comprendente musiche di Wagner, Schönberg e Mahler. La rassegna guidata artisticamente da Luigi Lanzillotta propone un cartellone variegato con ben 21 concerti.
La Mittleuropa in versione orchestra da camera.
È partita lo scorso 13 ottobre la stagione concertistica dell’Università di Tor Vergata con un programma interamente dedicato a grandi capolavori del repertorio austriaco e tedesco. Protagonista di questo apprezzatissimo concerto è stato il direttore d’orchestra Fabio Maestri che, alla guida della Roma Sinfonietta, ha dato impulso ad un repertorio musicale a lui particolarmente congegnale.
Il programma proposto prevedeva tutte composizioni per ‘orchestra da camera’ elemento determinante per uno spazio ‘esecutivo’ come quello dell’Auditorium Ennio Morricone dell’Università di Tor Vergata. Nella locandina tre grandi capolavori della letteratura musicale appartenente al fervido periodo a cavallo tra l’800 e il ‘900.
Ad aprire la serata è stato uno dei massimi capolavori di tutti i tempi per orchestra da camera. Parliamo dell’Idillio di Sigfrido (Siegfried-Idyll, WWV 103) che Richard Wagner scrisse nel 1870, anno del matrimonio con Cosima successivo alla nascita del figlio Sigfried. Eseguito a sorpresa la mattina di Natale dello stesso anno nella dimensione ‘domestica’ della villa di Tribschen per il compleanno di Cosima. Una composizione libera da ogni schema, densa di lirismo e di poesia, di suoni spesso delicati e impalpabili. Un capolavoro che sicuramente guarda un poco più avanti a quel 1870, il cui ascolto è risultato ottimo preludio al fascino musicale del resto del programma.

Contiguità tra Schönberg e Mahler ed una prima esecuzione assoluta
Il programma della serata è proseguito con due brani del 900 viennese: Sechs kleine Klavierstücke op. 19 del 1911 di Arnold Schönberg e la straordinaria Sinfonia n. 4 in Sol maggiore di Gustav Mahler del 1901. La particolarità della serata era che queste due opere sono state eseguite in modo contiguo, senza alcuna interruzione tra l’una e l’altra. Una scelta operata da Fabio Maestri, del tutto condivisibile dal punto di vista estetico-musicale, e giustificata anche dalla trascrizione per orchestra da camera da lui stesso approntata dall’originale per pianoforte solo, per questa occasione eseguita in prima esecuzione assoluta.
Questa nuova versione, oltre a confermare l’essenzialità della scrittura pianistica originale e le specifiche caratteristiche ‘aforistiche’ dei brani, è riuscita a creare una continuità con la versione per orchestra da camera utilizzata per la Quarta di Mahler predisposta nel 1921 da Erwin Stein uno degli allievi di Schönberg. Una scelta condivisibile anche per il fatto che l’ultimo dei Klavierstücke fu scritto dopo i primi cinque, il 17 giugno del 1911 come omaggio a Mahler morto il 18 maggio precedente.
Una esecuzione apprezzata e applaudita.
Il direttore Fabio Maestri ha dimostrato ancora una volta di essere stimolato emotivamente da questo genere di repertorio regalandoci una esecuzione intensa e molto applaudita dal pubblico. Una prova favorita anche dalle frequenti collaborazioni con l’Orchestra Roma Sinfonietta per esecuzioni dalle quali emerge una indiscutibile intesa. Elementi che hanno consentito di immergere l’ascoltatore nello spirito delle composizioni presentate ad iniziare dalla poesia e dalle sonorità rarefatte dell’Idillio di Sigfrido che evocano sentimenti di pace familiare e l’amore del musicista per la moglie e il figlio. Poi l’estrema sintesi del capolavoro schönberghiano preludio a quelle sonorità popolari spesso evocate da Mahler accanto a momenti di intensa riflessione. Un discorso musicale che sfocia nel canto finale del soprano “Das himmlische leben” (Il canto celestiale). Per quest’ultimo elemento è da ricordare la convincente prova del soprano Sabrina Cortese.
Al concerto ha assistito un pubblico il cui numero era falcidiato dalle disposizioni anti-covid. Tutti gli spettatori hanno comunque applaudito a lungo tutti gli interpreti chiamati più volte, e insistentemente, al proscenio. Inequivocabile testimonianza del gradimento per tutta l’esecuzione.

Tor Vergata. Una stagione concertistica di particolare richiamo.
Vogliamo concludere mettendo in evidenza i pregi di questa stagione concertistica. Diretta artisticamente da Luigi Lanzillotta che ha saputo mettere in atto un piccolo miracolo. Innanzi tutto quello di ravvivare culturalmente una delle zone più periferiche della metropoli Roma allargando gli effetti anche al vicinissimo ‘bacino di utenza’ dei Castelli Romani. È riuscito a creare un polo ‘alternativo’ negli anni divenuto sempre più cospicuo per quantità e qualità. La presente stagione è composta da ben 21 concerti. Ampie sono le proposte musicali che vanno dal ‘barocco’ ai nostri giorni senza dimenticare la musica di ispirazione popolare. Una stagione, insomma, tutta da seguire.