Perché dico grazie a Simone Inzaghi

Un’analisi obbiettiva di una stagione comunque indimenticabile

Simone Inzaghi

Vorrei dire grazie a Simone Inzaghi e vorrei farlo adesso, in tempi non sospetti. Vorrei farlo cioè prima che venga disputata la finale di Champions League, che vedrà l’INTER impegnata contro il PSG il 31 maggio e che definirà inevitabilmente, nel bene o nel male, l’esito della stagione 2024/2025 della squadra nerazzurra.

Analisi sulla prestazione in bilico

Perché, a seconda del risultato, i critici emetteranno i soliti giudizi trancianti, e cioè in caso di vittoria si parlerà di stagione memorabile, mentre in caso di sconfitta si parlerà di stagione fallimentare, non mancando di sottolineare, con un certo sadismo che, partiti per conquistare tutti i trofei stagionali, per il popolo interista si sarà avverato il peggiore degli incubi: finire a “zero tituli”…

Una stagione lunghissima, vissuta da protagonisti

Niente di meglio infatti che ritorcere contro i tifosi nerazzurri la sarcastica frase di “mourinhiana” memoria, quella che, a fine stagione, voleva sottolineare il fallimento delle altre “grandi” del calcio italiano, finite tutte inesorabilmente dietro l’Inter… ma anche se la stagione di noi interisti, dovesse finire proprio così, a “zero tituli”, io voglio dire grazie a Simone Inzaghi e voglio dirlo adesso. Adesso, con ancora negli occhi e nel cuore la tristezza per un Campionato perso all’ultima giornata, dopo avere perso la Supercoppa italiana, dopo aver perso alla penultima tappa la Coppa Italia.

Una squadra competitiva su tutti i fronti

Grazie Simone per averci creduto sempre e per aver convinto i tuoi e nostri giocatori a crederci sempre. Grazie per aver trasformato lo spogliatoio dell’Inter, spesso indicato, anche a sproposito, come “turbolento”, in un Gruppo di calciatori e di uomini davvero unito e nel quale tutti, ma proprio tutti, anche le seconde o addirittura le terze linee, si sono sentiti importanti e utili alla causa, che era poi quella di inseguire tutti gli obiettivi mettendo in campo, nonostante il turnover, una squadra sempre competitiva. E grazie infine per aver fatto tutto questo facendo “anche” giocare bene la squadra, a tratti anzi benissimo, esprimendo un gioco spettacolare anche contro alcune delle più titolate squadre europee… le quattro partite contro Bayern e Barcellona ci resteranno negli occhi per sempre.

Perseveranza e carattere, fino alla fine

Il tifoso interista si sa, ha spesso la puzza sotto il naso, è pronto alla critica, non perdona il minimo errore ai giocatori e all’allenatore. Ma in fondo tu il primo anno lo avevi detto quando, sotto il tiro della critica più feroce, con una squadra in difficoltà, detentrice sì dello scudetto vinto con Conte allenatore, ma indebolita dalla partenza dei pezzi migliori, avevi per una volta abbandonato i tuoi toni solitamente misurati in conferenza stampa e avevi detto: <Signori, dovunque vado, io porto trofei…>. E ne hai portati infatti: Coppe, Supercoppe, e anche un Campionato. Non uno qualsiasi, quello della seconda stella. Perciò ora serenamente, senza rimpianti, avviamoci a fare con te l’ultimo ballo, quello con il Paris Saint Germain con la Chamhpions in palio. Sì, l’ultimo ballo, Il ballo di Simone.