
In un mondo che brucia tra guerre, carestie e crisi umanitarie, il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump, ha scelto ancora una volta di mettersi al centro della scena. Non con una proposta concreta, non con una risposta ai drammi del nostro tempo, ma con un trittico di immagini generate dall’intelligenza artificiale in cui interpreta, senza alcun senso del limite, tre ruoli grotteschi: un papa, un guerriero e, per scelta editoriale di chi scrive, un pagliaccio.
Le prime due immagini hanno già fatto il giro dei social e dei media. In una, Trump è ritratto come un pontefice: seduto su un trono dorato, con abiti papali bianchi e un’espressione solenne. È la foto che ha scatenato una bufera. Un gruppo di repubblicani anti-trumpiani, “conservatori pro-democrazia”, ha denunciato l’immagine definendola “un palese insulto ai cattolici e una presa in giro della loro fede”. Il Vaticano, durante il briefing sul Conclave che inizierà il 7 maggio per eleggere il successore di Papa Francesco, ha preferito non commentare.
La seconda immagine è altrettanto surreale: Trump in versione eroe muscoloso, stile Star Wars, armato di una spada laser e circondato da bandiere e aquile americane. Una rappresentazione da poster distopico, dove il presidente non guida una nazione, ma un culto personale.
Ma è la terza immagine, quella che accompagna questo editoriale, a raccontare davvero chi è oggi Donald Trump: un clown. E non è un insulto gratuito. È un giudizio politico, visivo, e intenzionale. Chi scrive ha scelto di collocare al centro del trittico un’immagine simbolica, non generata da Trump, ma creata per rappresentare il suo atteggiamento: non quello di un leader del mondo libero, ma di un uomo che si comporta come un artista da circo. Un pagliaccio, sorridente e truccato, che si esibisce mentre il mondo soffre.
Donald Trump ha recentemente scherzato dicendo che gli “piacerebbe diventare papa”. Una battuta? Forse. Ma con lui, ogni battuta è anche una provocazione, una distrazione, una strategia. Pubblicare un’immagine di sé vestito da pontefice meno di una settimana dopo aver partecipato ai funerali di Papa Francesco, pur non essendo cattolico né praticante, dimostra una totale mancanza di rispetto per il significato e la solennità dei simboli religiosi.
Tutto questo è accaduto mentre la Casa Bianca ha rilanciato l’immagine sui propri canali ufficiali, amplificando il messaggio. E allora non è più solo satira: è l’ennesimo episodio di un presidente che trasforma la sua funzione istituzionale in performance. Il presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere un faro, un punto di riferimento in tempi di incertezza globale. Trump, invece, continua a cercare riflettori, anche a costo del ridicolo.
Le immagini generate dall’intelligenza artificiale non sono in sé un male. Ma quando diventano strumenti di autocelebrazione, di provocazione e di propaganda, rivelano qualcosa di profondo. Rivelano un uomo che, pur detenendo il potere, si rifiuta di crescere. Che si vede pontefice, guerriero e sovrano, ma si comporta come un pagliaccio.
E forse, in fondo, è proprio questo il punto. Non sono le immagini a essere assurde. È il mondo reale in cui un uomo così è presidente degli Stati Uniti d’America.