
La Francia sta affrontando il più grande processo per abusi sessuali su minori della sua storia. Al centro della vicenda c’è Joël Le Scouarnec, ex chirurgo 74enne, accusato di stupro e aggressioni sessuali aggravate su 299 pazienti, la maggior parte dei quali aveva un’età media di 11 anni. Le violenze si sarebbero protratte tra il 1986 e il 2014, avvenendo durante visite mediche e operazioni chirurgiche.
Le ammissioni di Joël Le Scouarnec
Nel corso del processo, iniziato a Vannes, in Bretagna, Joël Le Scouarnec ha ammesso gran parte delle accuse a suo carico, dichiarando: “Ho fatto cose orribili”. Consapevole delle ferite indelebili inflitte alle vittime, l’ex chirurgo si è detto pronto ad assumersi la responsabilità delle sue azioni.
La scoperta scioccante di Annabelle
Tra le testimonianze chiave vi è quella di Annabelle (nome di fantasia), una delle presunte vittime, la cui storia ha avuto un impatto significativo sul processo. Nel 2019, durante un’udienza di polizia, ha scoperto di essere stata violentata nel 2001, a soli 11 anni, mentre si trovava in ospedale per un’appendicite. Solo grazie ai documenti letti dagli investigatori ha compreso la portata dell’accaduto.
Un passato criminale già noto
Attualmente, Le Scouarnec è già in carcere, dove sta scontando una pena di 15 anni per abusi sessuali su due nipoti, una paziente di quattro anni e una vicina di casa di sei. L’inchiesta che ha portato al processo attuale è partita nel 2017, quando la madre della piccola vicina ha sporto denuncia. Da allora, le indagini hanno rivelato un quadro agghiacciante: perquisendo la casa dell’ex chirurgo, gli investigatori hanno trovato hard disk contenenti oltre 300mila immagini e video di abusi sessuali su minori.
Il ruolo dell’Ordine dei Medici
Un aspetto controverso della vicenda riguarda il ruolo dell’Ordine dei Medici francese, che non ha preso provvedimenti nonostante le segnalazioni su Le Scouarnec. Già nel 2006 un collega lo aveva denunciato, ma il chirurgo ha continuato a operare fino al 2017.
Le vittime di Joël Le Scouarnec e il loro silenzio forzato
Delle 299 vittime identificate, 265 erano minori di 15 anni. La più giovane aveva appena un anno. Molte delle aggressioni sarebbero avvenute sotto anestesia, rendendo difficile per le vittime prendere coscienza di quanto subito. Alcune di loro hanno testimoniato al processo, cercando giustizia per anni di traumi e silenzi imposti.
Joël Le Scouarnec: un’indagine lunga sette anni
Le indagini, durate sette anni, hanno permesso di ricostruire il modus operandi del chirurgo. Tra i reperti trovati nella sua abitazione figurano diari dettagliati, in cui annotava meticolosamente gli abusi commessi. In uno di essi ha scritto: “Sono un pedofilo e lo sarò sempre”.
Il fallimento del sistema di protezione delle vittime
Il processo ha messo in luce anche le falle del sistema di supporto alle vittime in Francia. L’organizzazione France Victimes, incaricata di fornire assistenza, è stata accusata di non aver fornito il supporto necessario alle persone coinvolte. Secondo gli avvocati delle vittime, molte di loro non sono state contattate o adeguatamente informate sui loro diritti.
Un problema radicato nella società francese
Secondo la Commissione indipendente francese sull’incesto e gli abusi sessuali sui minori (Ciivise), ogni anno in Francia 160mila bambini subiscono violenze sessuali. Complessivamente, si stima che 5,5 milioni di persone abbiano subito abusi durante l’infanzia. Il caso Le Scouarnec ha acceso i riflettori su un problema diffuso e sulla necessità di una maggiore vigilanza da parte delle istituzioni.
Verso la sentenza finale
Il processo, destinato a durare quattro mesi, si concluderà con una sentenza che potrebbe portare l’ex chirurgo a una condanna fino a 20 anni di reclusione. L’intera Francia segue con attenzione il caso, che solleva interrogativi su come un uomo già condannato per reati simili abbia potuto continuare a esercitare per così tanto tempo, approfittando del suo status per compiere atrocità impunemente.