Sanremo: serata noiosetta. Si salvano i due partner alla conduzione

Al Festival brillano i due co-conduttori Malgioglio e Frassica

conduzione Frassica Malgioglio

La Malgi tra canzone, costume e spettacolo – Un personaggio trash pop. Cristiano Malgioglio nasce nel 1945 a Ramacca, un piccolo paese della provincia di Catania. La sua biografia è segnata da un percorso atipico e transnazionale. Dopo l’infanzia in Sicilia, segue la famiglia in Australia, esperienza che segnerà il suo sguardo sul mondo e la sua capacità di giocare con identità multiple, torna in Italia e si trasferisce a Camogli, in Liguria, dove lavora come postino.

Malgioglio paroliere: doppi sensi e amori disperati

Prima di diventare un’icona televisiva, Malgioglio si afferma come autore di testi per alcuni dei più grandi artisti della musica italiana. La sua scrittura si distingue per un uso “raffinato” della metafora e del doppio senso, spesso giocando con allusioni sensuali. Gelato al cioccolato, interpretata da Pupo, è un brano che, dietro l’innocente immagine del cono, cela riferimenti audaci e ambigui. Oppure Ancora, ancora, ancora, portata al successo da Mina, che con il suo ritmo ipnotico e le sue liriche sospese tra desiderio e attesa è diventata una delle canzoni più erotiche della musica italiana. Non meno significativa è Sbucciami, che trasforma il semplice atto di sbucciare la frutta in un gioco di seduzione. Un’estetica che mescola ironia e passione, leggerezza e provocazione, rendendolo un autore capace di costruire immagini memorabili.

Il personaggio che ha fatto tutto, vinto tutto, conosce tutti

Negli ultimi decenni, Malgioglio ha trasformato la propria immagine in una scultura effimera del trash, un caso di studio nella cultura popolare: il suo stile, con abiti sgargianti, occhiali eccentrici e la celebre ciocca di capelli bionda, è vera e propria strategia comunicativa.

Questa costruzione dell’identità pubblica lo pone in continuità con figure del panorama artistico internazionale che hanno fatto del proprio corpo e della propria immagine un messaggio, come David Bowie o Elton John; la Malgi è un gay bisex eccentrico che però l’Italia non si è potuta permettere in anni di oscurantismo cattolico.

Cristiano Malgioglio è una macchietta? In parte sì, ma è di più. È un fenomeno che ha saputo trasformare la propria immagine in un linguaggio autonomo, giocando con i codici del pop e della parodia per sfidare i confini del costume italiano. La sua teatralità non è solo uno strumento di intrattenimento, ma un elemento di resistenza culturale. In un Paese spesso rigido nei confronti della diversità espressiva, Malgioglio ha normalizzato, attraverso la leggerezza e il gioco, una visione più fluida dell’identità.

Nino Frassica: giullare arboreano surrealista

Nino Frassica, altro mattatore di ieri sera, è uno dei pochi artisti italiani capaci di attraversare linguaggi rimanendo sempre attuale. Attore, comico, autore e figura iconica della televisione, la sua carriera si distingue per una comicità surreale che mescola nonsense, parodia e una profonda conoscenza della tradizione popolare. Frassica non è solo un comico, è capace di adattarsi ai diversi registri della televisione mantenendo intatta la propria identità artistica.

Le origini

La carriera di Nino Frassica inizia negli anni ’80 grazie a Renzo Arbore, con cui instaura un sodalizio indimenticato. Quelli della notte (1985) e Indietro tutta! (1987) sono esperimenti televisivi che scardinano la logica tradizionale del varietà, introducendo una comicità destrutturata e visionaria. Frassica assume il ruolo di una spalla atipica. Il “maresciallo” dei giochi di parole, il funambolo della battuta strampalata, il personaggio che sovverte il senso delle cose. Il suo linguaggio è una commistione di italiano maccheronico, espressioni inventate e doppi sensi che creano un universo comico autonomo, in cui lo spettatore è invitato a perdersi senza bisogno di cercare una logica.

Il maresciallo

Dopo il periodo arboreano, Frassica si reinventa e si stabilizza nel panorama televisivo italiano con un ruolo che sembra distante dalle sue origini surreali: quello del maresciallo Cecchini in Don Matteo. Eppure, il suo approccio al personaggio rimane fedele alla sua poetica comica: Cecchini è una spalla comica perfetta, un personaggio che unisce bonomia e nonsense. In questo passaggio Frassica dimostra la sua versatilità: da anarchico televisivo diventa volto rassicurante, senza però perdere il suo tocco geniale.

L’ubiquità televisiva

Se negli anni ’80 Frassica era il partner per la comicità destrutturata di Arbore, dagli anni 2000 in poi diventa la spalla ideale di Fabio Fazio a Carlo Conti.

Frassica riprende il suo ruolo di “distruttore” del linguaggio televisivo, giocando con la parodia, i suoi finti annunci, i finti libri e le interviste senza senso sono irresistibili.

Con questo Sanremo di Carlo Conti, invece, diventa una scheggia impazzita, aiuta il conduttore compassato, lo esalta.

I due co-conduttori della seconda serata del festival hanno dimostrato un po’ di carattere e hanno ravvivato le rigidità dello show e hanno entrambi saputo inserirsi nei contesti più istituzionali senza perdere il lore stile.