Il Venerdì nero del populismo

Una guerra senza armi ma con danni incalcolabili. L’economia mondiale ostaggio di un bullo in giacca e cravatta

Venerdi nero

Il mondo ha assistito a un altro Venerdì nero. Le Borse affondano, Milano segna un -7,9% che grida vendetta, Wall Street piange lacrime da trilioni. A far scattare la miccia è stato, ancora una volta, Donald Trump con i suoi dazi a effetto boomerang. Colpiscono il nemico, sì, ma tornano indietro come un pugno in faccia a chi li ha lanciati. Gli economisti, quelli seri, parlano di una crisi paragonabile all’11 settembre o ai primi giorni del Covid. Noi comuni mortali, invece, vediamo solo un gigantesco conto da pagare.

Trump gioca a Risiko con il mondo


Il tycoon pregiudicato, ormai il titolo è ufficiale come un Oscar, gioca la sua partita a poker truccato con il ghigno di chi pensa di poter comprare tutto. Offre la green card deluxe per soli cinque milioni di dollari: non è satira, è realtà. In pratica: “Vogliamo solo milionari, gli altri fuori dai piedi”. Il sogno americano ridotto a un pacchetto vacanze per super ricchi. E nel frattempo l’economia globale s’inchina. O si piega, o si spezza.

Sovranisti col cerino in mano


In Italia, la destra che flirtava con Trump ora arranca. Salvini, sempre pronto a cavalcare le onde dell’assurdo, prova a vendere i dazi come “un’opportunità”. Renzi lo fulmina con una battuta fulminante: “Capisce di economia meno che di treni”. E Giorgia Meloni? Imbarazzata, silente, o peggio ancora: nostalgica dei selfie alla Casa Bianca. Trump, nel frattempo, se ne frega altamente. Lei gli diceva: “Tifo per te”. Lui, in cambio, vuole svuotare l’Italia. È la globalizzazione al contrario, con la regia di un populista col portafoglio gonfio e l’empatia di una ruspa.

Netanyahu e la Palestina: la deriva estrema


E mentre l’Occidente è ipnotizzato dalla guerra economica, a Gaza continua l’orrore. Netanyahu, simbolo della destra più radicale e brutale che Israele abbia mai conosciuto, prosegue la sua offensiva senza limiti. Un tempo ci si interrogava sulla legittimità di un processo. Ora, di fronte all’abisso, viene da pensare che non meriti nemmeno quello. La distruzione totale di un popolo non è una strategia politica: è un crimine.

L’impero dell’assurdo


Trump, da parte sua, ha altri progetti. Con Netanyahu ha un’intesa silenziosa, uno scambio di favori tra titani del disastro. In Palestina non vede persone, ma potenziali resort. È Paperon de’ Paperoni con la mappa del Medio Oriente: ovunque, solo dollari. Se domani decidesse di colonizzare la Groenlandia come fosse la Luna nel 1969, non ci stupiremmo più. Magari con una bandiera a stelle e strisce e una diretta TikTok.

La vera destra: potere, soldi e illusioni


Ecco la vera destra di oggi: autoritaria, rapace, senza ideali se non quello del profitto. Si prende il potere col voto, ma poi se lo tiene con la paura. Distrugge l’economia per rifarla a sua immagine e somiglianza. E il mondo, ipnotizzato da tweet, reality e illusioni, spesso applaude. Fino al prossimo Venerdì nero.

Perché tanto, quando il fuoco arriva, brucia tutti.