Ustica: il massacro senza colpevoli

Dopo 43 anni, lo Stato si arrende. Ma chi risponderà per le 81 vite spezzate?

Strage di Ustica

Quarantatré anni dopo la tragedia di Ustica, l’ennesima richiesta di archiviazione dell’inchiesta su quel drammatico 27 giugno 1980 lascia un’amara consapevolezza: la giustizia per le 81 vittime non arriverà mai. L’Italia, il paese che dovrebbe difendere la memoria e i diritti dei suoi cittadini, ancora una volta si dimostra incapace di portare alla luce la verità. È un oltraggio alla dignità delle famiglie che da decenni chiedono chiarezza e un colpo inferto alla credibilità delle nostre istituzioni.

Una battaglia aerea o un comodo insabbiamento?

La Procura di Roma conferma lo scenario di una battaglia aerea, escludendo l’ipotesi di una bomba a bordo. Eppure, dopo decenni di inchieste, perizie e ipotesi contrastanti, ci troviamo ancora in un vicolo cieco. La domanda che sorge spontanea è: perché, se si trattò di un’operazione militare, non si riescono a identificare responsabilità precise? Perché l’Italia non ha mai preteso risposte da quegli Stati che potrebbero aver avuto un ruolo in questa tragedia? Troppi segreti, troppi silenzi e troppe omertà continuano a gravare su questa vicenda.

Giustizia tradita: il dolore delle famiglie e l’indifferenza dello Stato

Le parole di Daria Bonifetti, presidente dell’Associazione delle vittime della strage, risuonano come un grido disperato di fronte all’ennesima sconfitta. Il dolore per chi ha perso la vita e la delusione per un sistema giudiziario che, dopo anni di indagini e battaglie legali, non è stato capace di restituire la giustizia promessa. Ustica è il simbolo di un’Italia che spesso si arrende di fronte ai giochi di potere internazionali, rinunciando alla propria sovranità e alla difesa dei propri cittadini. È un fallimento della democrazia e dello Stato di diritto.

Ustica: un mistero internazionale senza colpevoli

Sappiamo che quella notte il cielo sopra Ustica era tutt’altro che tranquillo. Aerei militari solcavano lo spazio aereo italiano, segnali radar sono stati oscurati, testimoni silenziati. Il sospetto di un coinvolgimento di forze straniere è più che fondato, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontarlo apertamente. Il tempo ha costruito una cortina di fumo fatta di omissioni e verità scomode. Oggi, l’archiviazione non è solo un atto giudiziario, ma un segnale di resa: è la conferma che la giustizia può essere piegata dalle esigenze della politica e della diplomazia.

Non c’è memoria senza verità: l’Italia merita risposte

Ustica non è solo un capitolo oscuro del nostro passato, ma una ferita aperta che ci ricorda quanto sia fragile il concetto stesso di giustizia nel nostro Paese. Non possiamo accettare che una tragedia di questa portata venga sepolta sotto il peso dell’oblio e dell’indifferenza. Se la magistratura si arrende, se la politica resta in silenzio, allora spetta a noi cittadini continuare a chiedere la verità. Perché senza verità non può esserci giustizia, e senza giustizia non può esserci memoria.

Non possiamo lasciare che la storia venga scritta dai silenzi. Dobbiamo pretendere risposte, perché la dignità di un popolo si misura anche nella capacità di fare i conti con il proprio passato. E Ustica merita molto più di un’archiviazione.