USA-Russia-UE: l’Ucraina sospesa tra guerra, giustizia e diplomazia

Mentre il Cremlino accelera sulla mobilitazione e l’Europa alza la pressione legale su Putin, Washington valuta un incontro diretto con Mosca. Il conflitto entra in una fase critica, con equilibri sempre più instabili

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Il conflitto russo-ucraino ha raggiunto un punto di svolta drammatico. Le battaglie infuriano con violenza crescente, mentre le strategie si riscrivono sia sui campi di battaglia sia nelle stanze del potere. A Ulanok, un piccolo villaggio russo trasformato in un crocevia di sangue e tattiche militari, i combattimenti si fanno sempre più feroci. Il Cremlino non arretra, anzi rilancia: dal 2025, verranno revocate le esenzioni alla leva, costringendo anche i dipendenti delle grandi aziende statali e private a prendere le armi. Una decisione estrema che, secondo Faridaily, rientra in una disperata corsa per compensare le perdite e sostenere un’offensiva sempre più logorante.

Mentre l’Europa stringe il cerchio attorno a Vladimir Putin con nuove disposizioni legali e gli Stati Uniti valutano un incontro diretto con il leader russo, lo scenario internazionale si complica. Le pedine si muovono in un gioco pericoloso, in cui ogni scelta potrebbe ribaltare gli equilibri della guerra.

Ma cosa sta succedendo al fronte? L’alba si allunga sui campi ghiacciati, proiettando ombre spettrali tra le rovine annerite di Ulanok. Il terreno è un intrico di trincee, crateri e carcasse di mezzi bruciati, un paesaggio devastato in cui la guerra si consuma metro dopo metro. I soldati avanzano con lo sguardo fisso, sapendo che ogni passo potrebbe essere l’ultimo.

Secondo l’Institute for the Study of War (ISW), l’esercito ucraino è riuscito a infiltrare più unità di fanteria nei pressi del villaggio, nonostante le pesanti perdite di uomini e mezzi. Nel gelo della notte, hanno cercato di fortificare le loro posizioni, ma con il primo sole la bandiera russa sventola ancora sul centro abitato. Mosca non solo resiste, ma contrattacca, decisa a mantenere il controllo di questo punto strategico che può cambiare l’intera dinamica del conflitto.

Se Ulanok cadesse nelle mani ucraine, si aprirebbe una via d’accesso a territori occupati dai russi, offrendo a Kiev un appoggio cruciale per future offensive. Per il Cremlino, invece, difendere questa roccaforte significa non solo fermare l’avanzata nemica, ma proteggere i rifornimenti e le difese avanzate nel Donbas, già sotto pressione. Gli analisti dell’ISW ritengono che Mosca stia preparando un’offensiva su vasta scala verso Kramatorsk e Sloviansk, ma per farlo dovrà sacrificare truppe impiegate altrove, aprendo la strada a pericolosi contrattacchi ucraini.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato nuove misure per perseguire Vladimir Putin per il crimine di aggressione contro l’Ucraina“La Russia deve essere ritenuta responsabile della sua aggressione e deve pagare per ciò che ha fatto”, ha dichiarato. Un annuncio che ha scatenato la reazione furiosa del Cremlino: Leonid Slutskij ha definito l’iniziativa “propaganda anti-russa”, mentre Maksim Grigoriev l’ha bollata come parte di una “guerra ibrida” dell’Occidente.

Ma se Bruxelles alza la voce, Washington adotta una strategia più sfumata. Sempre Slutskij, presidente della Commissione esteri della Duma, ha dichiarato che Vladimir Putin potrebbe incontrare Donald Trump “già questo mese”. Il Cremlino sembra voler scommettere su un dialogo diretto con gli Stati Uniti, sperando di allentare la pressione occidentale. “I leader delle due maggiori potenze del pianeta devono restare in stretta collaborazione tra loro”, ha detto Slutskij, assicurando che la probabilità dell’incontro è “del 100%”. Un’affermazione che suona come un chiaro ridimensionamento del ruolo dell’Unione Europea, relegandola a un attore secondario nel grande gioco geopolitico tra Mosca e Washington.

Keith Kellogg, ex generale dell’esercito degli Stati Uniti e consigliere di sicurezza nazionale, inviato di Trump, ha confermato che la Casa Bianca sta lavorando a una proposta per porre fine al conflitto, che sarà discussa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dal 14 al 16 febbraio. Questa svolta diplomatica potrebbe cambiare il destino della guerra: se Washington decidesse di trattare direttamente con Mosca, Kiev rischierebbe di trovarsi isolata, con un Occidente sempre meno coeso.

Le mosse di Putin sul fronte interno e la crescente pressione occidentale delineano un quadro sempre più incerto. Da un lato, Mosca accelera sulla mobilitazione, allungando i tentacoli del conflitto in ogni settore della società russa. Dall’altro, l’Europa spinge per un processo internazionale contro il presidente russo, mentre gli Stati Uniti valutano la possibilità di un negoziato.

Se Kiev riuscisse a mantenere alta l’intensità delle sue offensive e a spezzare le linee di rifornimento nemiche, il Cremlino potrebbe trovarsi costretto a negoziare da una posizione di svantaggio. Tuttavia, se Putin riuscisse a rafforzare le proprie forze armate, a sfruttare le divisioni occidentali ed avvalersi del sostegno diplomatico della Cina, il conflitto potrebbe paradossalmente protrarsi ancora a lungo prima di arrivare al The End.

Nel frattempo, l’escalation della mobilitazione in Russia rischia di trasformarsi in una bomba sociale. La revoca delle esenzioni spingerà migliaia di lavoratori nelle caserme, alimentando un malcontento crescente. Secondo ISW, la percezione pubblica della guerra sta cambiando: le perdite sul campo, il deterioramento dell’economia e la prospettiva di un conflitto senza fine stanno erodendo il consenso attorno a Putin.

Mentre i soldati muoiono nel fango, la diplomazia traccia percorsi sotterranei che potrebbero cambiare le sorti del conflitto. Il Cremlino spinge sull’acceleratore della guerra, Bruxelles insegue la giustizia, Washington osserva e valuta le proprie mosse.

La guerra continua. Il destino dell’Ucraina è sospeso tra la resistenza eroica sul campo e le mosse dei potenti. Il mondo trattiene il fiato.

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