Ucraina: “Operazione Dragonfly”, colpo a sorpresa

Le Forze per le Operazioni Speciali dell’Esercito Ucraino hanno effettuato un attacco missilistico notturno sugli aeroporti militari russi di Berdiansk e Luhansk, nei territori occupati dal Cremlino. Secondo il Comando Ucraino sono stati distrutti 9 elicotteri, 1 lanciatore di missili antiaerei, veicoli speciali e un deposito di munizioni, inoltre sono state danneggiate le piste degli aeroporti colpiti. Le attuali immagini satellitari che mostrano gli effetti dell’attacco non sono molto nitide, si attende di avere fotografie più chiare nei prossimi giorni.

L’aeroporto di Berdiansk era nel mirino delle Forze Ucraine da tempo perché da lì partono gli elicotteri d’attacco che colpiscono i tank ucraini all’offensiva; avrebbe potuto essere colpito con i missili SCALP o Storm Shadow, ma le immagini satellitari mostravano come i russi avessero parcheggiato gli elicotteri a buona distanza tra loro e questo abbassava di molto le possibilità che un missile del tipo Storm Shadow potesse colpire un elicottero; visto il costo elevato e lo scarso numero di queste armi a disposizione tale operazione era sconsigliata.

Il colpo a sorpresa sugli aeroporti sta proprio nel tipo di arma utilizzata, le immagini dei resti dei missili caduti che i russi hanno pubblicato ci mostrano lo scafo di un missile americano ATACMS con testata M39, contenente submunizioni consistenti in granate M74 (ogni M39 dovrebbe contenerne 950). Questo tipo di arma a submunizioni è ideale per colpire un’area vasta come quella di un aeroporto o di un acquartieramento (l’M39 è un’arma APAM – Anti Persona, Anti Materiale). Il comunicato di Kyiv in effetti parla anche di molte vittime tra le truppe russe.

Dunque gli ATACMS sono giunti segretamente in Ucraina nei giorni scorsi, essi non erano presenti nelle liste delle armi spedite a Kyiv con gli ultimi invii (si tenga conto che, in ogni lista di spedizione, l’ultima voce è sempre rappresentata da: “parti di ricambio” e sotto questa voce si può nascondere qualsiasi cosa). Perché far giungere gli ATACMS all’Ucraina in segreto? E’ ragionevole pensare che, visto che non risultava una consegna in vista, i russi non si sono premurati per tempo di spostare indietro i loro centri di comando e controllo e quant’altro (l’ATACMS M39 dovrebbe avere 160 km circa di gittata).  Se si è voluto fare un colpo a sorpresa questo è riuscito.

I resti del missile fotografato dai russi recano la punzonatura dell’anno di costruzione: “1996”, gli ATACMS M39 forniti dagli americani agli ucraini sono armi che da molto tempo hanno superato la loro data di scadenza operativa. Gli Stati Uniti dovrebbero averne più di un migliaio nei loro magazzini, queste armi obsolete erano pronte per essere dismesse ma ora si è trovato per loro un altro scopo.

Interrogato sulle forniture ATACMS, Il Capo dell’Intelligence Ucraina, Kyrylo Budanov, aveva a suo tempo risposto: “Se ce ne daranno 100 questo non cambierà la situazione, se dovessero darcene alcune centinaia allora sì”. Non sappiamo quanti ATACMS siano stati ora consegnati a Kyiv.

Ancora due precisazioni sugli ATACMS. E’ significativo sapere che ora siamo di fronte a degli ATACMS del tipo M39. I media hanno a lungo parlato di ATACMS nei mesi scorsi. “ATACMS” in realtà è soltanto un acronimo molto generico, significa Sistema Missilistico Tattico dell’Esercito. Sotto questo generico nome c’è un’intera gamma di missili anche molto diversi tra di loro per potenziale e tipo di utilizzo; ad esempio: ci sono ATACMS che possono distruggere un ponte, ed altri – come quelli usati nell’ “Operazione Dragonfly” – che non possono farlo. Vedremo se agli ucraini sono stati forniti solo missili M39 oppure anche ogive di altro tipo.

Gli ATACMS sono stati così fortemente richiesti da Kyiv perché possono essere lanciati da terra, dagli stessi lanciatori con cui gli ucraini già sparano i missili HIMARS, mentre invece i missili SCALP e Storm Shadow devono essere lanciati da un’aereo; questo rende il loro utilizzo estremamente più semplice e non mette a rischio quella poca aviazione che rimane agli ucraini. In questa guerra non esiste l’arma che improvvisamente ti fa vincere, ma tra non avere gli ATACMS ed averli una differenza c’è, e l’ “Operazione Dragonfly” sta lì a dimostrarlo.

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