
Con la sua ironia tagliente e una visione fuori dagli schemi, Elio – frontman dello storico gruppo Elio e le Storie Tese – torna al cinema come attore nel film “Tutta colpa del rock”, diretto da Andrea Jublin. Il film sarà distribuito nelle sale italiane dal 28 agosto, con anteprime speciali il 9 e 10 agosto organizzate da PiperFilm.
Accanto Stefani Bellisari, Elio, l’immancabile spirito comico e riflessivo di Lillo Petrolo, pronto a dare corpo a un personaggio tanto fallibile quanto umano. A detta di Elio, oggi i veri ribelli non sono quelli con i capelli spettinati o gli amplificatori a palla, ma “quelli che parlano un italiano corretto e usano i congiuntivi. E che restano fedeli a una persona sola per tutta la vita. Questo sì che è punk”.
Elio: una commedia tra carcere, musica e redenzione
La trama si concentra su Bruno, interpretato da Lillo: un ex chitarrista rock caduto in disgrazia, bugiardo compulsivo, egocentrico e padre assente. Dopo una serie di scelte sbagliate, si ritrova dietro le sbarre. Ma proprio quando sembra non esserci più speranza, arriva una possibilità inattesa: partecipare al Roma Rock Contest, formando una band con altri detenuti.
L’obiettivo? Vincere il premio in denaro per mantenere la promessa fatta alla figlia: portarla in America per un leggendario tour musicale. Così prende vita una band improbabile e fuori dagli schemi, composta da:
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Il Professore (Elio), personaggio enigmatico e cinico;
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Roberto (Maurizio Lastrico), compagno di cella;
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Eva (Agnese Claisse), batterista energica e impulsiva;
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Osso (Massimo Cagnina), corpulento ma dal cuore tenero;
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K-Bone (Naska), ex trapper dal passato difficile e dall’animo poetico.
Arte, musica e libertà: il cuore pulsante del film
“Tutta colpa del rock” non è solo una commedia. È un racconto di riscatto, di rinascita attraverso la musica e l’arte. Come afferma Naska, qui al suo debutto cinematografico: “Vengo da un piccolo paese dove il futuro è già scritto. La musica mi ha dato la possibilità di scrivere un’altra storia per me stesso”.
Anche per Lillo, l’arte è stata una via di fuga e di salvezza. “Il cinema mi ha accompagnato fin da bambino. Quando avevo momenti difficili, mi rifugiavo nei film per sognare e stare bene”, racconta. Non è da meno Elio, che confessa con ironia: “La cosa più rock che ho fatto? Rompere un vetro con una pentola… ma non era intenzionale!”.
Essere ribelli oggi: oltre gli stereotipi
Secondo i protagonisti, la vera ribellione oggi è culturale. “Non ci sono più le personalità rock ‘n roll di una volta. I ribelli veri oggi sono pochi. Sui social si dibatte solo su piccole cose”, sottolinea Lillo. Elio rincara la dose: “L’arte deve superare i limiti, non può piegarsi al politicamente corretto. Deve ispirare, provocare, aprire strade”.
Una visione condivisa anche nel tono del film, che si muove tra comicità e riflessione, mantenendo lo spirito libero del rock, quello che nasce nei bassifondi, nelle celle, nei cuori feriti e che diventa musica, ribellione e redenzione.
Una produzione dal sound autentico
Il film è prodotto da Mattia Guerra per Be Water Film e PiperFilm, in collaborazione con Netflix. La colonna sonora originale è firmata da Motta, artista che sa coniugare rock e introspezione con grande efficacia. Nel cast figurano anche Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Carolina Crescentini, in un mix di talenti consolidati e nuove voci.
Un inno all’arte come salvezza
“Tutta colpa del rock” è molto più di una semplice commedia musicale: è una dichiarazione d’amore per l’arte, in tutte le sue forme. Un film che mescola cinismo e poesia, carcere e libertà, linguaggio e musica, per raccontare che la vera rivoluzione, oggi, parte dalle parole e dai sogni.
E che, in fondo, i veri punk sono quelli che non smettono mai di credere nelle seconde possibilità.