Timbuctù: i jihadisti dell’Isis bloccano la città e i prezzi esplodono

I  terroristi da più di una settimana hanno imposto un blocco alla città di Timbuctù (Mali).  Secondo alcune fonti nella regione, alcuni uomini armati hanno bloccato la strada che collega Mopti a Timbuctù e  di conseguenza, nessun camion proveniente dall’Algeria, dalla Mauritania, ma anche dai villaggi di Bambara Maoudé, Mopti o Goundam, può entrare nella città. Il comandante locale del Jamaʿat Nuṣrat al-Islām wa-l muslimīn (JNIM) , identificato come  Talha Abu Hind ha promesso una guerra totale allo Stato.

Il blocco ha portato a un aumento del prezzo della benzina da 700 FCFA al litro a 1.000 FCFA.  Domenica un camion che trasportava gasolio e che avrebbe dovuto rifornire la città è stato bruciato dai terroristi. Da quando le Forze Armate del Mali hanno preso possesso del campo di Ber, a 15 chilometri dalla città, il 13 agosto, è sotto pressione.  I jihadisti “hanno bloccato tutte le strade”, ha detto un funzionario all’agenzia di stampa francese AFP, parlando in condizione di anonimato a causa dei timori per la sua incolumità. “Tra Timbuktu e il sud non passa nulla”, nemmeno attraverso il fiume Niger, che scorre a sud della città, ha aggiunto.

Raddoppiato il numero di eventi violenti nel Sahel

Come scrive Centro Africano per gli Studi Strategici dal 2021, nel Sahel è raddoppiato il numero di eventi violenti che hanno coinvolto gruppi islamici militanti (2.912 in totale). Allo stesso tempo, il numero di morti legati a questa violenza è quasi triplicato (raggiungendo 9.818 morti).

L’87% degli eventi violenti nel Sahel sono concentrati in Burkina Faso e Mali. I picchi di violenza osservati coincidono con i colpi di stato militari in questi paesi. Riflettono anche l’opportunità che i militanti hanno colto quando la giunta militare maliana ha affondato i suoi partenariati di sicurezza regionali e internazionali, incluso con MINUSMA, invitando le forze paramilitari del gruppo russo Wagner, che sono state credibilmente accusate di diffusi abusi dei diritti umani. Il Burkina Faso continua a soffrire la violenza nel Sahel, dove, per il secondo anno consecutivo, si è verificato il 50% degli eventi segnalati legati a gruppi militanti islamici. Il Burkina Faso rappresenta anche il 62% di tutti i decessi nella regione. Nell’ultimo anno, il Burkina Faso ha visto un aumento dell’88% nel numero di morti, ovvero 6.130 morti.

Il Sahel detiene il discutibile primato di essere stato teatro del maggior numero di attacchi contro civili negli ultimi tre anni. Nel 2023 si sono verificati oltre 1.100 attacchi contro civili perpetrati da gruppi islamici militanti nel Sahel, causando più di 2.080 morti, ovvero il 59% di tutti gli attacchi contro civili da parte di gruppi islamici militanti in Africa e il 68% dei decessi legati a questi attacchi. Sabato scorso sempre a Timbuctù verso le 17,30 locali, due bombe sono state lanciate su un mercato cittadino.Una bambina di 11 anni è stata uccisa e altre persone sono rimaste ferite. La notizia, come scrive l’Ansa, è stata confermata  sia che dalle autorità che da una fonte ospedaliera.