L’immagine di quattro migranti che indossano magliette, giacche e persino un berretto dell’uniforme di servizio della Guardia Civil nel Centro di internamento temporaneo per immigrati (CETI) a Ceuta ha iniziato a circolare online sabato.
L’atto potrebbe costituire reato poiché il Codice penale spagnolo all’articolo 402 bis punisce con una sanzione pecuniaria chiunque “senza essere pubblicamente autorizzato e impropriamente indossa un’uniforme alla quale sia attribuito carattere ufficiale”.
Dopo la diffusione della foto, questa domenica un ufficiale della Guardia Civil si è recato personalmente al CETI per chiedere la restituzione degli indumenti, è stato confermato a quotidiano La Razòn da alcune fonti che hanno preferito l’anonimato.
L’Associazione professionale della Guardia Civil (JUCIL) ha condannato l’episodio e ha annunciato che scriverà alla Direzione Generale della Guardia Civil, dipendente dal Ministero dell’Interno, per sapere chi ha fornito le uniformi ai migranti, come sono arrivate al CETI e chiede un’indagine affinché responsabili saranno identificati e sanzionati.
“Ci sono colleghi che aspettano da due anni una camicia nuova”
L’Associazione ha inoltre sottolineato che è chiaro che quelli nella fotografia sono capi nuovi o che hanno avuto pochissimo utilizzo. “Ci sono colleghi che aspettano da due anni una camicia nuova e la giacca deve durarti dieci anni”, dichiarano degli agenti di Polizia a diversi media spagnoli
La giacca a vento e i pantaloni della divisa della Guardia Civil sono di ottima qualità, spiegano, ma le magliette, di tessuto sintetico, non possono durare molto. “Non soddisfano gli standard di qualità europei”, sottolineano a proposito delle magliette indossate almeno sabato dagli stranieri.
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