Scoperta “La Squadra Fiore”, la rete che spia gli italiani

Today.it  ha svelato l’esistenza della “Squadra Fiore”, un gruppo composto da militari ed ex militari che operano sotto la giurisdizione della Presidenza del Consiglio o del Ministero della Difesa. Lo scoop a firma di Fabrizio Gatti riporta che questo gruppo ha accesso ai database governativi e raccoglie informazioni riservate su persone e aziende italiane. Si tratta di una rete clandestina che monitora i conti bancari delle persone famose, inclusi i dettagli dei loro soggiorni in hotel, e vende queste informazioni a pagamento, anche all’estero.

La base operativa è situata a Roma, in Piazza Bologna. La Squadra Fiore si serve di pedinamenti, veicoli blu lampeggianti, dispositivi jammer per neutralizzare i telefoni cellulari e riceve supporto in una delle operazioni da una società di intelligence francese.

Il giornalista Fabrizio Gatti ha ricostruito questo scenario basandosi sulle testimonianze di alcuni whistleblower, i quali hanno acconsentito a mostrare prove di comportamenti illeciti in cambio dell’anonimato. Funzionari attuali o passati dello Stato avrebbero accesso alle banche dati riservate per ottenere documenti sensibili come le segnalazioni di operazioni sospette dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, conosciute come Sos, o le comunicazioni provenienti dal Sistema di Investigazione del Ministero dell’Interno, lo SDI. Questi documenti contengono informazioni confidenziali su cittadini comuni, quali transazioni finanziarie e spostamenti, e sia entità italiane che straniere sarebbero disposte a pagare decine di migliaia di euro per ottenere tali informazioni quando il soggetto “schedato” risulta di interesse per qualsiasi motivo.

La squadra Fiore

I membri della squadra Fiore, un’entità ora sotto l’occhio della procura di Perugia, e che si ritiene non essere collegata ai traffici di Striano, sono descritti da Today come “una sorta di servizio segreto parallelo, al di fuori del controllo delle istituzioni”. Le loro identità sono ancora sconosciute, ma potrebbero ora essere oggetto di indagine da parte delle autorità giudiziarie. Tuttavia, si ha un’idea generale delle loro caratteristiche: si chiamano tra loro, anche su una chat criptata utilizzata per comunicare, con nomi come Rosà (presunto leader del gruppo), Ciccio e Carlé. Provenendo da centri d’esperti dello Stato come il Centro Intelligence Interforze del Reparto Informazioni e Sicurezza della Difesa, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e le forze armate e dell’ordine.

 

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