Sahara Occidentale: consultazioni a porte chiuse dell’ONU

Lunedì il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha tenuto consultazioni a porte chiuse sul conflitto del Sahara Occidentale. Durante l’incontro, i membri del Consiglio di Sicurezza hanno ricevuto un briefing dall’inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara, Staffan de Mistura, e dal Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara e capo della missione di mantenimento della pace MINURSO, Alexander Ivanko. Lo ha riferito l’agenzia di stampa marocchina MAP citando fonti diplomatiche.

Secondo le fonti, de Mistura ha ricordato anche la sua visita regionale nelle province meridionali del Marocco e a Rabat, nonché in Algeria.

Molti membri del Consiglio di Sicurezza hanno elogiato gli sforzi significativi del Marocco nel contribuire allo sviluppo delle sue province meridionali, hanno aggiunto le fonti.

Nel frattempo, diversi paesi hanno ribadito il loro sostegno e apprezzamento per gli sforzi del Marocco volti a far avanzare il processo politico guidato dalle Nazioni Unite, compreso il suo Piano di Autonomia che è stato ampiamente salutato come la via più seria e credibile verso una soluzione politica alla decennale disputa del Sahara.

Le consultazioni avvengono poche settimane prima del voto del Consiglio di Sicurezza su una nuova risoluzione volta a prolungare il mandato della MINURSO e sulla scia del rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite sul Sahara, in cui il capo delle Nazioni Unite descrive dettagliatamente la riluttanza dell’Algeria ad assumersi le proprie responsabilità nella disputa del Sahara e il suo rifiuto di impegnarsi nel processo politico guidato dalle Nazioni Unite.

In particolare, il paragrafo 32 del rapporto delle Nazioni Unite sottolinea che l’Algeria “ha continuato a opporsi al formato della tavola rotonda, sostenendo che in questo nel 2018-2019 la sua partecipazione è stata “strumentalizzata”.”

La dichiarazione dimostra il continuo rifiuto dell’Algeria di rispettare il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite, inclusa la risoluzione 2654 dello scorso anno.

 

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