Il Marocco è il nuovo leader nella produzione automobilistica africana

C’è una novità assoluta nella storia della produzione automobilistica in Africa. Grazie agli stabilimenti Renault-Dacia a Casablanca e Tangeri, e Stellantis a Kénitra (che produce marchi come Peugeot, Citroën, Fiat e Opel), la piattaforma marocchina è diventata la più grande base di produzione di auto nel 2024, superando di gran lunga il Sudafrica. Lo riporta il portale Le 360. “Pretoria è stata per diversi decenni l’indiscusso numero uno dei produttori di veicoli del continente”, ma ora è storia, scrive il quotidiano.

Secondo gli analisti di Fitch Solutions, la produzione di auto in Marocco (sia autovetture che veicoli commerciali leggeri) dovrebbe raggiungere poco meno di 614.000 unità nel 2024, mentre quella sudafricana (autovetture e veicoli commerciali) dovrebbe scendere a 591.000 unità.

Questa tendenza è alimentata da due fattori: le scarse prestazioni logistiche e l’aumento delle importazioni di veicoli in Sudafrica nel 2024, afferma L’Économiste, oltre ai continui investimenti nell’industria automobilistica marocchina, che sosterranno la crescita della produzione locale, in particolare per quanto riguarda i progetti di veicoli elettrici (EV).

Nel 2023, Renault ha prodotto quasi 382.661 veicoli nei suoi due siti di Casablanca e Tangeri, ricorda il quotidiano. L’obiettivo è di arrivare a 500.000 unità entro il 2025. Stellantis Morocco, che produce 200.000 auto all’anno, punta ad aumentare la sua produzione a 450.000 veicoli all’anno. In totale, la piattaforma del Marocco potrebbe produrre più di 582.000 auto entro il 2023, considerando che la capacità installata complessiva è di 1 milione di veicoli.

“La produzione crescerà in media del 6,8% su base annua nel periodo di previsione fino al 2033, per raggiungere un volume annuo di 1,09 milioni di unità”, prevedono gli analisti di Fitch Solutions.

In futuro, ci sono tutte le ragioni per credere che il Marocco rimarrà la destinazione d’investimento preferita per l’industria automobilistica, grazie alla sua vicinanza all’UE, agli accordi commerciali esistenti (FTA), alle infrastrutture logistiche esistenti, agli incentivi e al potenziale di elettrificazione dei processi.