Russia: quattro donne arrestate per presunti attentati ad alti ufficiali

Un’operazione mirata dell’FSB svela una rete di sabotaggio orchestrata dai servizi segreti ucraini

Nella zona d’ombra della guerra tra Russia e Ucraina, il Servizio Federale di Sicurezza della Federazione Russa (FSB) ha annunciato l’arresto di quattro donne sospettate di preparare atti terroristici contro alti ufficiali russi e infrastrutture strategiche. Con la Russia, il problema non è dare o non dare una notizia: si divulga, ma poi che sia vera è tutto da dimostrare… La maggior parte dei fatti rientra in una narrazione ad hoc costruita per servire gli interessi della politica interna ed estera di Mosca. Secondo quanto riferito, le donne sarebbero state reclutate dai servizi segreti ucraini e avrebbero ricevuto un addestramento specifico per operazioni di sabotaggio e spionaggio.

L’operazione dell’FSB si è svolta simultaneamente in tre diverse città: Sebastopoli, Voronež e Rostov-sul-Don. Durante le perquisizioni nelle loro abitazioni, gli agenti hanno rinvenuto esplosivi, detonatori, istruzioni dettagliate per la fabbricazione di ordigni improvvisati e strumenti di comunicazione criptata con i loro presunti supervisori ucraini. Le autorità russe hanno avviato procedimenti penali per terrorismo, un reato che in Russia può costare fino a trent’anni di carcere.

Secondo le dichiarazioni ufficiali dell’FSB, le quattro sospettate avrebbero ricevuto un addestramento approfondito in Ucraina. Oltre all’uso di armi leggere e alla fabbricazione di esplosivi, sarebbero state istruite nella gestione dei droni, nelle tecniche di sorveglianza e controsorveglianza e nell’elusione delle forze di sicurezza. Una delle donne arrestate avrebbe addirittura superato il test del poligrafo a Kiev, un dettaglio che sottolinea il livello di preparazione richiesto per tali missioni.

Dalle confessioni rilasciate dalle detenute – e pubblicate dai media russi – emergono dettagli inquietanti: tra gli obiettivi vi era l’eliminazione di ufficiali di alto rango attraverso ordigni piazzati sotto le loro automobili. Le sospettate avrebbero trasmesso informazioni sugli spostamenti e sugli ambienti frequentati dai bersagli direttamente ai loro contatti ucraini, ricevendo pagamenti attraverso portafogli crittografici. In cambio, ai sabotatori sarebbe stata promessa una vita sicura in Europa, una prospettiva che, alla luce degli eventi, appare ora come una mera illusione.

Questo episodio si inserisce in una serie di attacchi mirati avvenuti negli ultimi mesi. Nel dicembre scorso, un generale russo di alto rango è stato ucciso da un ordigno nascosto in un monopattino elettrico. Lo stesso mese, a Mosca, un’esplosione ha causato la morte del tenente generale Igor Kirilov, capo delle forze di difesa chimica, radiologica e biologica russe, insieme al suo assistente. La capacità dell’intelligence ucraina di colpire figure chiave dell’apparato militare di Vladimir Putin rappresenta un elemento di forte preoccupazione per il Cremlino.

Secondo le autorità russe, questi attacchi rientrano in un piano orchestrato per destabilizzare la Federazione e minare la fiducia della popolazione nei confronti delle sue istituzioni. Nonostante la censura imposta dai media russi sulle falle della sicurezza nazionale, episodi come questi dimostrano che la guerra tra Mosca e Kiev non si combatte solo nelle trincee del Donbass, ma anche nelle strade delle grandi città russe.

Guardiamo il quadro generale, si strategia di guerra o è pura propaganda? Mentre il governo russo amplifica la minaccia terroristica attribuita a Kiev, gli analisti occidentali evidenziano un’altra possibilità: l’impiego di questi attacchi come pretesto per intensificare la repressione interna. Non è un segreto che Mosca abbia già adottato misure straordinarie per rafforzare la sicurezza nazionale, limitando le libertà civili e aumentando il controllo sulle comunicazioni digitali e sulla mobilità dei cittadini. L’arresto di queste quattro donne potrebbe essere utilizzato per alimentare la narrativa ufficiale del Cremlino, secondo cui la Russia è sotto assedio.

D’altro canto, se le accuse mosse dall’FSB fossero fondate, si tratterebbe di una conferma del fatto che la guerra moderna non conosce più fronti definiti. Il coinvolgimento di civili in operazioni di spionaggio e sabotaggio dimostrerebbe che l’Ucraina sta adottando strategie asimmetriche per indebolire la Russia dall’interno.