Pericolo esondazioni a Milano, l’allarme di Legambiente

 L’appello del Presidente Anaci Milano Leonardo Caruso al sindaco Sala: “A rischio migliaia di famiglie: intervenire immediatamente con un’analisi delle strutture condominiali e degli impianti”

L’Osservatorio CittàClima di Legambiente, redatto con lo scopo di contribuire ad analisi e approfondimenti che riguardano le città e il territorio italiano, nell’ultimo Report  (che contiene un monitoraggio e una mappatura dei fenomeni meteorologici estremi) individua 780 Comuni italiani dove si sono registrati impatti rilevanti, tra questi la città di Milano conta 30 eventi climatici avversi e  almeno 20  esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro dal 2010 a oggi.

La mappa del rischio idraulico

Osservando la mappa del rischio idraulico del geoportale del Comune di Milano si può notare come le zone della città a forte rischio a causa delle alluvioni sono quelle in prossimità dei corsi d’acqua superficiali e sotterranei, che insieme a torrenti e fontanili formano un groviglio idrico “sul quale è necessario agire con un’adeguata programmazione e non ricorrendo a piani d’emergenza col senno di poi- dice Leonardo Caruso, Presidente di ANACI Milano e Vice Presidente ANACI Nazionale-. Riteniamo pertanto sia assolutamente necessario attuare dei piani di manutenzione preventiva programmata attraverso un’analisi obiettiva delle strutture condominiali presenti in città, dove abitano migliaia di famiglie che non è possibile pensare di esporre al rischio delle calamità naturali o affidarle al caso”.

Gli immobili a Milano

Il 70% degli immobili di Milano è stato edificato prima degli anni ’80: le strutture e gli impianti comuni, (fognature, tetti, canali) sono da considerarsi vetusti e in molti casi non più adeguati alle normative vigenti. Su questi edifici gli eventi climatici avversi, e di grande portata come l’esondazione dei corsi d’acqua,  possono creare gravi conseguenze alle strutture fino ad arrivare, nei casi più gravi, a costituire un potenziale pericolo per gli abitanti dei condomini. “Andrebbero definiti con regolarità dei protocolli di manutenzione preventiva- prosegue Caruso-. Non bastano più  la semplice modifica o sostituzione dei canali di gronda, dei pluviali, la verifica delle pompe di sollevamento dell’acqua sotterranee posizionate nelle zone interrate o il corretto dimensionamento dei sistemi fognari. È necessario intervenire immediatamente con un’analisi delle strutture, degli impianti nei condomini e con la messa in opera  preventiva di tutti i correttivi necessari per prevenire eventuali danni provocati da alluvioni ed esondazioni”.

@riproduzione riservata