In Qatar colloqui Usa-Talebani sulla crisi economica e i diritti umani

Washington in Qatar a Doha dialoga con i leader Talebani, per la prima volta da quando il 15 agosto del 2021 la milizia armata ha ripreso il potere in Afghanistan. Il Qatar aveva già ospitato i colloqui di pace che condussero agli accordi del 2021, prodromici alla frettolosa uscita delle truppe statunitensi e degli altri contingenti dei Paesi Nato, tra cui l’Italia, presenti nel paese da vent’anni. In violazione di quegli accordi, i Talebani  riconquistarono Kabul e rovesciarono il governo democraticamente eletto. A distanza di due anni il Paese è tornato ad essere un vero “narco-terror state” dove oltre ai Talebani al potere, ci sono al-Qaeda e la Rete Haqqani che faticano sempre di piu’ a difendersi dagli attacchi dell’Isis Khorasan ( Isis-K) la branca locale dello Stato islamico, che è ormai presente in tutte le 34 provincie dell’Afghanistan dove colpisce ormai ogni giorno.

Chiediamo un’ opinione su quanto accaduto nuovamente in Qatar al Generale Giorgio Battisti, Generale di Corpo d’Armata (Aus.), Ufficiale di Artiglieria da Montagna, che ha espletato incarichi di comando nelle Brigate Alpine Taurinense, Tridentina e Julia e ha ricoperto diversi incarichi allo Stato Maggiore dell’Esercito. Tra gli incarichi di prestigio, ha comandato il Corpo d’Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA), l’Ispettorato delle Infrastrutture e il Comando per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito. Ha altresì partecipato alle operazioni in Somalia (1993), in Bosnia (1997) e in Afghanistan per quattro turni, dove è stato il primo Comandante del Contingente Italiano della missione ISAF in Kabul (2001-2002), il Comandante sia della missione Nibbio 1 nell’ambito dell’Operazione Enduring Freedom sia del Contingente Italiano della missione ISAF (2003), il Deputy Chief of Staff Support di HQ ISAF (2007) e il Capo di Stato Maggiore del comando della missione ISAF (2013-2014). È Vice Presidente dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo e Presidente della Commissione Militare del Comitato Atlantico Italiano. Dal 2016 insegna in diversi istituti universitari italiani ed esteri. Ha terminato il servizio attivo nell’ottobre 2016. Autore, con la giornalista Germana Zuffanti, del libro ‘ Fuga da Kabul’ , 2021 Paesi Edizioni.

Generale Battisti, cosa pensa di quello che è accaduto a Doha?

La diplomazia internazionale si basa da tempi immemori su due “canali”. Il primo è quello dei rapporti ufficiali tra governi, che hanno visibilità pubblica, il secondo è quello dei contatti informali, discreti e non resi pubblici, a meno di “fughe di notizie” più o meno volute (le cosiddette “talpe”) o a seguito di inchieste giornalistiche. La comunicazione del Dipartimento di Stato statunitense del 31 luglio 2023 in merito al primo incontro formale a Doha (Qatar) tra una delegazione USA e una talebana per discutere della situazione umanitaria in Afghanistan, dopo la “vergognosa” fuga da Kabul dell’agosto 2021, rientra nella prima categoria della diplomazia (rapporti ufficiali). Ben diversa è la realtà dei contatti informali o covert tra americani e Talebani, che normalmente non sono tenuti da personale diplomatico ma da altri organismi o da ONG di bandiera. Di fatto, questi contatti non sono mai venuti meno, anche nelle caotiche fasi dell’evacuazione dall’aeroporto di Kabul (agosto 2021). Un caso emblematico è quello della liberazione del disertore la americano Bowe Bergdahl avvenuta il 31 maggio 2014 a seguito di un accordo tra governo USA e talebani (allora ancora gli avversari da combattere da parte della missione ISAF a guida statunitense) in cambio della liberazione di quattro “studenti coranici” dal campo di detenzione di Guantanamo (Cuba)Orbene, I contatti informali erano già in atto dal 2010 tramite i servizi di sicurezza e la Croce Rossa Internazionale.Risulterebbe (il condizionale è d’obbligo) che a Kabul siano presenti elementi dei servizi USA sotto protezione dell’ambasciata del Qatar, come penso avvenga per altri governi occidentali che si appoggeranno ai Paesi che hanno tenuto funzionanti le loro ambasciate.

Quale è la situazione attuale in Afghanistan?

La situazione generale in Afghanistan è in progressivo peggioramento per le decisioni talebane di applicare provvedimenti sempre più ristrettivi in ambito sociale ed umanitario, specie per le donne e le bambine. Da ultimo le notizia di strumenti musicali bruciati a causa dell’idea che la musica corrompa i giovani. L’ultimo rapporto di UNAMA di giugno-luglio 2023 riporta chiaramente questa situazione. È una realtà ampiamente preannunciata due anni fa con il ritorno talebano al potere in Afghanistan, come avevo descritto nel mio libro “Fuga da Kabul” scritto con Germana Zuffanti. Tutto quello di negativo che si pronosticava è avvenuto nel massimo silenzio occidentale…

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