Primi esami sui resti di Andreea Rabciuc: nessun segno di violenza

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L’esame Tac condotto sul cranio e su alcuni frammenti ossei non ha evidenziato segni di traumi o lesioni, ma piuttosto “un’interruzione del processo osseo alla base del cranio”. Questa condizione sarà oggetto di ulteriori approfondimenti poiché potrebbe sostenere l’ipotesi di un gesto volontario.

La Tac eseguita sul cranio e su alcuni frammenti ossei associati ad Andreea Rabciuc non ha rilevato segni di traumi o lesioni, ma piuttosto “un’interruzione del processo osseo alla base del cranio”. Lo riferisce l’agenzia AGI. Tale situazione sarà oggetto di ulteriori approfondimenti, poiché potrebbe supportare l’ipotesi di un gesto volontario da parte della giovane donna, che si era allontanata dal casolare dopo un litigio con il fidanzato. Queste informazioni emergono al termine degli esami, compresi quelli radiografici, svolti presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona. Questi risultati sembrano sostanzialmente confermare quanto emerso dall’autopsia condotta otto giorni prima, la quale non aveva evidenziato segni di violenza o lesioni derivanti da una possibile caduta da un’altezza.

L’esame odierno dovrebbe fornire alla procura di Ancona chiarimenti anche riguardo all’eventuale spostamento del corpo da un luogo diverso rispetto al cucinotto del fatiscente casolare di Castelplanio (Ancona), dove sono stati rinvenuti i resti ossei, alcuni frammenti di una felpa, un paio di scarponcini, una sciarpa e una scritta su un pezzo di legno. La procura di Ancona attende gli esiti di ulteriori indagini sui materiali raccolti dal SIS dei carabinieri, con particolare attenzione all’esame microscopico della sciarpa e della scritta incisa sul legno, nonché alle conferme del DNA, che dovrebbero stabilire l’identità della giovane donna. Simone Gresti, il fidanzato di Andreea Rabciuc, è indagato per omicidio volontario, istigazione al suicidio, sequestro di persona e spaccio di droga.