
Lo “shutdown” federale torna a colpire gli Stati Uniti e, con esso, una delle agenzie più prestigiose del Paese. Oltre l’80% del personale della NASA è in congedo forzato dopo il mancato accordo sul bilancio tra Congresso e Casa Bianca.
Secondo il piano operativo pubblicato il 29 settembre, su 18.218 dipendenti, 15.094 sono stati temporaneamente sospesi dal servizio. Mentre poco più di 3.100 sono stati classificati come “esenti” e continuano a lavorare su missioni ritenute essenziali.
Shutdown USA: solo le missioni critiche NASA restano attive
Nonostante la chiusura parziale, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) continua a operare senza interruzioni. Gli ingegneri restano al lavoro giorno e notte per garantire la sicurezza dell’equipaggio e il corretto funzionamento dei sistemi di bordo.
Anche i satelliti meteorologici e quelli di osservazione della Terra mantengono la piena operatività. Si tratta infatti di strumenti fondamentali per la sicurezza pubblica e la gestione delle emergenze naturali, come uragani o incendi.
Tutto il resto, invece, è fermo: progetti di ricerca, sovvenzioni scientifiche, programmi educativi e attività di divulgazione sono sospesi fino al ripristino dei finanziamenti.
Artemis 2 resta in calendario
La missione Artemis 2, che porterà quattro astronauti a orbitare attorno alla Luna, non è al momento a rischio. Il lancio, previsto entro il 5 febbraio 2026, rappresenta un passo decisivo verso il ritorno dell’uomo sul suolo lunare con Artemis 3.
Nonostante il fermo, i preparativi per il programma Artemis procedono in modo controllato. La NASA ha garantito che le attività legate alla sicurezza e all’integrità delle missioni spaziali restano prioritarie.
Impatto più ampio sul sistema scientifico americano
La NASA non è l’unica agenzia colpita. Anche la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), la NSF (National Science Foundation) e altre istituzioni federali hanno dovuto sospendere gran parte delle operazioni.
Lo shutdown mette quindi in pausa una parte significativa della ricerca scientifica americana. Un forte rallentamento su studi, osservazioni e collaborazioni internazionali.
Al momento, il lancio della Starship di SpaceX previsto per il 13 ottobre non risulta influenzato. Questo confermerebbe che le attività del settore privato non subiscono direttamente gli effetti della chiusura governativa.
Comunicazione NASA sospesa e pubblico “al buio” causa shutdown
Un’altra conseguenza immediata dello shutdown è l’interruzione dei canali di comunicazione pubblica della NASA. I centri visitatori, i canali social ufficiali e NASA TV sono stati temporaneamente sospesi. Cosa che ha ridotto drasticamente la capacità dell’agenzia di aggiornare cittadini, studenti e appassionati sulle proprie attività.
Fino al ripristino del bilancio federale, la NASA resta quindi operativa solo per garantire la sicurezza di astronauti e infrastrutture critiche, mentre il resto delle sue attività è fermo in attesa di nuovi fondi.